Brutta sconfitta per Barack Obama alle elezioni midterm, il voto di metà mandato presidenziale che ha lo scopo di rinnovare i 435 membri della Camera dei Rappresentanti e un terzo dei 100 membri del Senato. Come già previsto, i repubblicani hanno ottenuto la maggioranza sia alla Camera che al Senato, mettendo il presidente degli Stati Uniti Obama nella sfortunata posizione di "lame duck", come si usa dire in gergo, letteralmente tradotto con "anatra zoppa", vale a dire che dovrà governare gli ultimi due anni del suo mandato in minoranza.

Prima di Obama, le anatre zoppe della storia del Congresso erano state Dwight Eisenhower, Ronald Reagan, Bill Clinton e George W.

Bush. Il Gop, Grand Old Party, il partito dei repubblicani, che già aveva il dominio della Camera dallo scorso gennaio, adesso è predominante in tutto il Parlamento, fatto che non si verificava dalle elezioni del 2006. Harry Reid lascerà il posto di leader del Senato al repubblicano del Kentucky Mitch McConnell e lo stesso Obama vedrà ridotto il suo potere e dovrà rivedere i suoi programmi sui provvedimenti legislativi [VIDEO] e avrà meno autonomia di azione, soprattutto nell'introduzione di riforme e misure che prevedono approvazione in Parlamento o sostegno bipartisan.

Al Gop era sufficiente conquistare sei seggi in più in Senato ed invece ha superato le aspettative e ne ottiene ben sette, rafforzando così la già consolidata maggioranza nella Camera: North Carolina, Arkansas, Montana, Colorado, South Dakota, West Virginia, Iowa.

Sono già previste nuove riforme e nuove misure sul lavoro e sull'energia, secondo quanto annuncia il portavoce della Camera John Bohener. Queste ultime elezioni Midterm sembrano essere anche un vero e proprio referendum sulla popolarità del presidente Obama, una pagella sul consenso degli americani che hanno dimostrato, senza clemenza, il loro malcontento per riforme non messe in atto e promesse non mantenute. Adesso il Gop è deciso ad arrivare anche alla Casa Bianca, prevedendo un netto ko elettorale del partito di Obama nelle future elezioni presidenziali del 2016.