Prima di Natale verranno discussi nel Consiglio dei ministri i decreti attuativi del Jobs Act e della revisione dell'Aspi. Al tavolo della discussione, così come confermato dal Primo ministro, Matteo Renzi, ci sarà il decreto delegato relativo al contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti insieme alla questione degli indennizzi per i licenziamenti dichiarati illegittimi insieme alla riforma dell'Aspi, con l'allargamento dei beneficiari anche ai collaboratori e dell'allungamento del sussidio di disoccupazione fino a 24 mesi. Per il prossimo anno, infatti, in base a quanto disciplinato dalla riforma Fornero, l'Aspi varierà la sua durata tra i 10 e i 16 mesi, mentre la mobilità e la cassa integrazione in deroga (Cig) scompariranno dal 2016.

Si è pensato, allora, di eliminarle prima e di spostare le risorse all'allungamento della durata del sussidio di disoccupazione.

Jobs Act, la questione degli indennizzi al centro della discussione dei decreti attuativi della vigilia di Natale

La questione degli indennizzi per i licenziamenti illegittimi è, tuttavia, quella che il Governo Renzi cercherà di risolvere prima di Natale: nelle imprese con oltre 15 dipendenti, infatti, nell'intervallo tra i 3 e i 6 mesi di retribuzione già indicato per fissare l'asticella minima degli indennizzi, si arrivi a fissare a 4 mesi la soglia minima per fare in modo che le imprese sfruttino lo Jobs Act per assumere e licenziare "precocemente": tale soglia minima non è ancora chiaro se riguarderebbe il solo 2015, cioè nella fase iniziale della nuova riforma sul lavoro, oppure per un periodo più ampio dei tre anni.

Anche lo stesso indennizzo sarà crescente in relazione all'anzianità di servizio: l'aumento sarà, infatti, di una mensilità e mezzo o due per ogni anno di lavoro, fino ad arrivare ad un massimo di 24 mensilità. Al riguardo, la Cisl chiede che il limite delle 24 mensilità sia innalzato a 30 mesi. Infine, per quanto riguarda il reintegro nel posto di lavoro, oltre ai casi di licenziamento nullo e di licenziamento discriminatorio, dovrebbe coprire anche i licenziamenti ingiustificati, ovvero quelli per i quali i giudici dovessero stabilire che non sussiste il "fatto materiale" contestato al lavoratore.