Si sblocca, dopo le numerose interruzioni ai lavori di oggi, l'esame del Ddl Stabilità al Senato, rallentato dal ritardo con cui il governo ha presentato il maxiemendamento su cui il Ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha poi richiesto la fiducia. L'annuncio è arrivato in serata, verso le 19, dopo ben tre slittamenti (il primo alle 15, poi 17, e l'ultimo 18:30) dovuto alla necessità di limare il testo per ottenere la bollinatura della Ragioneria di Stato in merito alle coperture finanziarie.

Il ritardo per la ripresa dei lavori fa infuriare le opposizioni

I rappresentanti della Lega hanno battuto i pugni sui banchi per oltre mezz'ora in segno di protesta: "è un'attesa inaccettabile, da ieri attendiamo un testo da esaminare".

Ma è soltanto dopo che la ministra Boschi ha annunciato la necessità di porre la fiducia sul decreto che sono davvero scoppiate le bagarre in Aula. Ed il senatore Cinque Stelle Alberto Airola, rivolgendosi al presidente Pietro Grasso che si scusava per il ritardo per la ripresa della seduta ha gridato: "Presidente non è lei che si deve scusare, ma il governo".

Rischio giro di boa sulla prassi parlamentare

La manovra è approdata in Aula, dopo che la commissione Bilancio del Senato non è stata in grado di ultimare l'analisi degli emendamenti alla manovra e dare il mandato al relatore per andare in Aula. Il governo è pertanto formalmente il padrone del decreto. Il problema è che se il maxiemendamento presentato dal governo eliminasse alcune parti su cui si è formato un orientamento parlamentare, questa sarebbe la prima volta che succede in 65 anni di storia parlamentare. Intanto l'emendamento è stato depositato in Commissione Bilancio del Senato dove sarà valutato dal punto di vista delle coperture. È possibile che il governo abbia optato per una manovra "leggera", privata cioè di alcune novità su cui la commissione aveva già espresso parere favorevole, questo potrebbe minare la credibilità del Ddl ed al contempo di Palazzo Chigi.

Nel frattempo in Aula è in atto la riunione dei Capigruppo per definire i tempi del voto a questo punto atteso in nottata, dopo la mezzanotte.

Ieri la ministra Boschi aveva riferito in un'intervista che nei contenuti si attendeva una manovra per l'80% simile a quanto approvato dalla commissione e per un 20% si dovrebbe, invece trattare di novità.

Tensione tra sindacati e governo

Altro fronte caldo per il governo Renzi è rappresentato dagli scontri che stanno coinvolgendo i sindacati.

La discussione è molto accesa sia sul tema del Jobs Act sia, ovviamente, sulle novità del Ddl Stabilità che prevedono tagli e messa in mobilità di diverse migliaia di dipendenti. Proseguono, dunque le occupazioni simboliche delle sedi delle province ed i sindacati fanno sapere di essere pronti a occupazioni ad oltranza.

Se diverse questioni hanno trovato risposta come l'Irap per le imprese senza dipendenti, il regime dei minimi, o le tasse sui fondi pensione, altre non sono ancora state sciolte.

È il caso del capitolo partecipate locali, dove si penserebbe alla chiusura degli Enti con più amministratori che dipendenti, con tetto legato al fatturato (100 mila euro) e sanzioni per chi non procede ai tagli. Ma si parla anche dell'inserimento delle penalizzazioni sugli assegni alti per chi sceglie la pensione anticipata, così come si vorrebbe estendere l'Iva agevolata al 4% concessa agli ebook anche a quotidiani e periodici digitali.