Chi pensava che, dopo aver perso le elezioni dello scorso 5 novembre, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama avrebbe perso il suo carisma evidententemente si sbagliava di grosso. Quello che è emerso oggi è un Presidente forte del suo potere e pieno della propria carica. Non certo "un'anatra zoppa" come era stato definito dai media. Nel suo consueto discorso di fine anno, prima di augurare alle famiglie americane un buon Natale ed un felice 2015, Obama ha mostrato il pugno di ferro sulla vicenda dell'attacco hacker contro la Sony, l'azienda produttrice del film "The Interview", ritirato prima della sua uscita.

Secondo il presidente la libertà deve sempre prevalere sulle minacce ed in ciò ha sbagliato la Sony.

Il discorso di fine anno

Questo discorso di fine anno è stato per Obama una ghiotta occasione per definire in modo chiaro come si svolgeranno i restanti due anni della sua legislatura, ora che il Congresso è finito nelle mani dei Repubblicani. Obama ha detto che dal "nuovo Congresso" si attende un confronto costruttivo per garantire il perseguimento di una politica di Welfare, volta a privilegiare la condizione dell'americano medio, con la razionalizzazione delle tasse e riduzione della disoccupazione. Obama si è, infatti detto "eccitato" per il resto del suo mandato e pronto a spendere tutto se stesso per il raggiungimento degli obiettivi.

Il presidente ha subito ricordato gli importanti risultati ottenuti nel corso del 2014, quando in America è ripresa una forte crescita, nonostante il disavanzo economico. In un anno sono stati creati oltre 11 milioni di nuovi posti di lavoro, il settore dell'auto è tornato a risalire con oltre 500 mila nuovi dipendenti. Ma se i repubblicani non hanno intenzione di realizzare un confronto costruttivo, o addirittura se vogliono soltanto fare ostruzionismo cercando di rivoltare le riforme che già sono state varate dal governo, come la legge sanitaria o la riduzione della protezione dei consumatori, Obama è pronto ad imporre il suo diritto di veto.



E non potevano mancare la vicenda di Cuba ed i primi segnali di disgelo che qualche giorno fa sono comparsi nella scena internazionale. Per Obama è impossibile sapere come evolverà la vicenda, ma ritiene che se oltre 50 anni di restrizioni non hanno prodotto risultati, sarà bene cambiare strategia.

Questione attacco hacker alla Sony

A sorpresa, però Obama è anche intervenuto sulla vicenda del ritiro del film "The Interview", perché l'azienda produttrice Sony è stata vittima di un attacco hacker.

Il presidente ha spiegato che in un mondo interconnesso non c'è modo per evitare cyberattacchi. Ma Obama ha chiaramente accusato la Corea del Nord di aver promosso questa politica di terrore solo per evitare l'uscita di un film satirico. Per l'Fbi, infatti non vi è dubbio che dietro il cyberattacco ci sia il dittatore Kim Jong-un e lo stesso Obama ha ribadito come per adesso al livello internazionale ci si trovi in una sorta di "selvaggio West", ma l'America è pronta a reagire.

Intanto, in tarda serata è arrivata la risposta del presidente e amministratore delegato della Sony, Michael Lynton, che ha dichiarato come la sua azienda non abbia sbagliato ad agire, ma che in questo momento il ritiro del film fosse "l'unica cosa sensata".

Sono state le sale cinematografiche, infatti, a rifiutarsi di mettere in proiezione "The Interview", a queste condizioni. Pertanto adesso si ipotizza la sua uscita in forma digitale on line, magari proprio gratis su YouTube.