Monti aveva detto "no grazie" e Matteo Renzi invece ha detto sì. Le Olimpiadi tornano a essere un argomento di discussione della politica. Da quando l'ex premier rifiutò la candidatura i conti dello Stato forse hanno dato qualche segnale di miglioramento, ma l'emergenza non è sicuramente finita. Eppure il presidente del consiglio , coerente con la sua voglia di rilanciare il Paese, ha optato per la candidatura per i giochi del 2024.

Scelta coraggiosa, ma azzardata perché impegna il Pese per un periodo di tempo molto lungo e arriva in un momento, dopo le vicende legate all'Expo e l'inchiesta Mafia Capitale che non inducono a impegnarsi in progetti troppo complessi.

Renzi però ha deciso di guardare molto lontano anche se è tutto da vedere che i giochi olimpici siano convenienti per il Paese ospitante. Il programma delle Olimpiadi negli anni è cresciuto parecchio e nel frattempo sono cresciute anche le esigenze di sicurezza. Da Monaco in poi le Olimpiadi sono sempre più blindate.

L'ultima volta che l'Italia ha ospitato i giochi è stato nel 2006 con le Olimpiadi invernali di Torino. Si tratta di un evento minore rispetto ai giochi classici che ha contribuito a rilanciare la città e che, secondo i calcoli dell'Istituto Bruno Leoni, ha comporato un costo di circa 3,3 miliardi di euro. Di questi 1,6 sono arrivati dal governo, 400 dagli enti locali e cento milioni dai privati.

Poco meno di un miliardo di euro è arrivato dalla vendita di biglietti, diritti televisivi o altro che non hanno comunque coperto i normali costi di gestione dei giochi.

Così per arrivare al pareggio di bilancio ci sono voluti altri duecento milioni da parte dello Stato. I benefici però possono anche essere indiretti e riguardano la presenza turistica nel tempo e l'utilizzo di tutte le infrastrutture realizzate per l'occasione dagli impianti di gara (in questo caso non è andata benissimo) alle strutture abitative.

La conclusione dello studio è che ci sono molti dubbi sulla reale convenienza dei giochi. Altri investimenti potrebbero essere infatti più redditizi e poi i costi li paga lo Stato ma i benefici arrivano in un'area ristretta del Paese.

Altri dati arrivano dall'analisi del centro di ricerca universitario Leri della East London University.

Secondo l'indagine le Olimpiadi di Barcellona, considerate un successo anche dal punto di vista del business, in realtà non lo sono stato così tanto. La crescita della città inffatti è stata parallela a quella spagnola e le spese sono state superori alle entrate. Ma il turismo è cresciuto? Certo, solo che aveva iniziato ad aumentare due anni prima.

Per quanto riguarda le Olimpiadi succiessive anche la creazione di posti di lavoro è stata temporanea e Sidney che ha registrato un bilancio in attivo ha poi dovutto sopportare l'abbandono delle strutture. Difficile quantificare come sia andata a Pechino dove le spese sono state altissime, ma per Atene le Olimpiadi sono state un salasso. E poi c'è Montreal per la quale i giochi olimpici sono stati uno storico salasso. Meglio pensarci.