Ieri il Presidente della Repubblica ha ufficialmente presentato le proprie dimissioni alle 10.35. Il segretario generale del Quirinale ha consegnato la lettera al Presidente del Senato, Pietro Grasso che manterrà temporaneamente le funzioni di Capo dello Stato. Poi Marra ha consegnato la stessa missiva al Presidente della Camera, Laura Boldrini che ha convocato il Parlamento in seduta comune il 29 gennaio per procedere all'elezione di un nuovo Presidente della Repubblica. Alle 12 le guardie schierate hanno dato l'ultimo saluto al capo dello Stato, quindi il vessillo presidenziale è stato ammainato.

Dopo quasi nove anni, Giorgio Napolitano lascia la più alta carica dello Stato: unico Presidente della storia rieletto per la seconda volta consecutiva. Non appena lasciato il Colle, Napolitano ha subito fatto rientro alla sua residenza privata nel quartiere Monti. Più volte Napolitano si era trovato a ripetere che il suo secondo mandato era stato accettato solo in via temporanea, per permettere al Paese di trovare la condizione di stabilità politica necessaria. E così con il semestre europeo ha fine anche il mandato di quello che i media hanno definito l'ultimo re di Roma per la longevità del suo ruolo.

La Pensione di Re Giorgio

Anche se un reggente decidesse di ritirarsi dal suo ruolo, ciò non farebbe comunque di lui una persona comune.

E per questo Napolitano si dimette dalla carica di Presidente della Repubblica, ma non perde tutti i suoi privilegi in termini di lusso e servizi. A Re Giorgio spetterà una vera e propria Pensione d'oro con 15 mila euro netti mensili. Ma ci saranno anche un autista a disposizione sua e della famiglia, un addetto "alla persona" (a Buckingam Palace lo chiamerebbero maggiordomo), guardarobiere, la scorta, ed ovviamente telefoni satellitari, collegamenti televisivi e telematici.

Si tratta del trattamento di un vero monarca repubblicano, con annesso di chauffeur come spetta anche alle vedove o ai primogeni degli ex presidenti.

Che si trattasse di privilegi eccessivi e troppo esosi per lo Stato italiano, fu lo stesso Napolitano a riconoscerlo nel 2007 con l'annuncio di "tagli solenni", ma la tanto attesa sforbiciata non si concretizzò mai.

Anzi ci furono persino revisioni al rialzo sullo stipendio presidenziale, che non subì modifiche dalla spending review degli uffici del Quirinale. E così sarà lo stesso Napolitano a goderne i benefici.

Da oggi Napolitano tornerà a ricoprire la carica di Senatore a vita ed il suo ufficio da 100 mq si troverà negli uffici di Palazzo Giustiniani con vista su San Ivo. Secondo un vecchio decreto del 1998 tra i diversi Benefits a vita che spettano a Napolitano ci sarà anche una munitissima segreteria di una decina di persone: un capo ufficio, tre funzionari, due addetti ai lavori esecutivi, altri due per quelli ausiliari ed, a scelta, un consigliere diplomatico o militare che lavoreranno tutti nel suo nuovo ufficio.

Al gruppo si sommano gli agenti di pubblica sicurezza ed i carabinieri per la scorta e la sorvegianza delle postazioni prestabilite della residenza privata del presidente.

Nel complesso si tratta di una trentina di unità che graviteranno intorno a Napolitano nell'arco delle 24 ore. Ovviamente a pagare saranno gli Uffici del Senato. Il Colle ha tenuto, però a precisare che Napolitano non otterrà il Tfr, nè il classico privilegio dei parlamentari per ragioni di incompatibilità con l'incarico precedente di eurodeputato (dal 1999 al 2004).