C'è stata grande attesa per il discorso di fine anno del Presidente Giorgio Napolitano. La politica chiedeva chiarimenti sulla questione dimissioni, subito arrivati: "Sto per lasciare le mie funzioni, rassegnando le dimissioni: ipotesi che la Costituzione prevede espressamente". Dopo le difficoltà sulla Legge di Stabilità, ora per il Governo un altro compito arduo: guidare le prossime votazioni per la Presidenza della Repubblica.

Ma non è bastato il commiato di Giorgio Napolitano per stregare le opposizioni. In contemporanea il leader del M5s Beppe Grillo ha trasmesso via web un "contro discorso", dove ha attaccato l'operato del Presidente della Repubblica in questi anni.

Anche Matteo Salvini si è subito espresso sul messaggio di Napolitano: "discorso da bocciare, neanche una parola sui marò o sulla immigrazione clandestina". Parole di apprezzamento, invece da Alfano, ma anche dai Presidenti della Camera, Laura Boldrini e del Senato, Pietro Grasso.

I contenuti del messaggio di Napolitano

Dimissioni (anticipate) imminenti. Il Presidente non ha perso tempo e si è espresso sulle dimissioni a breve. Sin dalla sua rielezione, il 20 aprile 2013 Napolitano ha dichiarato che il nuovo mandato non sarebbe giunto al termine naturale. Il Presidente aveva, di recente, sostenuto di voler lasciare a conclusione del semestre di Presidenza Europea. E ieri, "re Giorgio", dopo una Presidenza durata nove anni, ha annunciato:"Sto per lasciare.

L'età da me raggiunta porta con se difficoltà nell'espletamento dei compiti istituzionali particolarmente complessi".

Portare a conclusione le riforme intraprese. Non dimenticando il ruolo di Capo dello Stato e riferimento per il mondo politico, Napolitano intima al governo Renzi, ma a tutto il Parlamento, di proseguire nel rinnovamento.

"Ho fatto del mio meglio" ha detto "e la strada delle riforme è stata intrapresa" ricordando l'auspicio del messaggio di fine 2013.

Continuare a rafforzare 'l'unità nazionale'. Il Presidente Napolitano, in quanto leader politico e morale, non manca di ricordare come la politica debba continuare "a bonificare il sottosuolo marcio della nostra società".

È chiaro il riferimento agli episodi di cronaca sulla Mafia capitale. Ma proseguendo, Napolitano ribadisce che "bisogna farlo insieme, società civile, Stato, forze politiche senza eccezione alcuna", perchè se la società migliora, anche la poitica nè risulterà riabilitata.

'Evitare la sfiducia della politica'. Negli anni sono emerse le debolezze e maggiori criticità del sistema socio-economico italiano che hanno portato incertezza ed odio verso la politica, viziata dal potere e dai privilegi. Ciò che può aiutare in questo contesto è la ricerca dell'unità, della coesione nazionale. Per Napolitano «non bisogna cedere alla sfiducia in tutta la politica», anche se il Presidente poi ammette che le misure degli ultimi anni hanno stentato a far ripartire l'Italia.

Combattere la corruzione 'in modo unitario'. Non poteva concludersi diversamente il discorso del Presidente della Repubblica, dopo che dallo spettacolo con Benigni, ma anche dal mondo religioso con il Te Deum di Papa Francesco sia arrivata una chiara condanna alla corruzione. La criminalità organizzata e la corruzione sono piaghe in grado di "infilarsi in ogni piega della realtà trovando sodali e complici in alto". Per questo è importante "che ognuno faccia la propria parte" e che dalla politica allo spettacolo al web siano sostenute le persone esemplari e non quelle indegne.