Il Presidente Obama ha meravigliato il mondo con l'annuncio sulla normalizzazione dei rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e Cuba. Tralasciando gli aspetti politici, anche non volendo considerare questa come una mossa disperata di un'amministrazione in agonia dopo le elezioni del Midterm, la situazione, attualmente, non sembra essere migliorata. Il Presidente Obama ha formalmente sostituito la sezione interessi degli Stati Uniti a Cuba con una vera e propria ambasciata, ha promosso il capo missione ad ambasciatore. L'ambasciata americana, riaperta come "sezione d'interessi" nel 1977 si trova in un palazzo di 32000 mq con piscina, circondata da palme e giardini.

Una delle residenze diplomatiche più grandi possedute dagli Stati Uniti in tutto il mondo.

Ma la situazione non è così idilliaca come sembra. Dalle finestre della residenza si possono scorgere i nemmeno tanto celati telescopi e le antenne cubane destinate allo spionaggio dei diplomatici americani. Gli stessi diplomatici non possono uscire dalla residenza se non con un permesso da richiedere con 15 giorni d'anticipo rispetto all'appuntamento. Per ricevere un pacco da Miami possono passare anche 60 giorni e naturalmente è vietata ogni esposizione esterna della bandiera americana.

Per il servizio diplomatico americano erano previsti 360 membri dello staff ma solo a 51 è consentito di lavorare a Cuba compresi i marines addetti alla sicurezza.

Il palazzo esposto sul mare necessita di riparazioni e manutenzione ma è impossibile l'impiego di mano d'opera cubana. Nell'estate del 2012 era necessaria una gru per il trasporto al piano di un climatizzatore, il permesso è giunto nell'inverno del 2013 ed è stato necessario rivolgersi a Castro in persona per ottenerlo.

I diplomatici cubani non fanno una vita molto diversa sul territorio americano, anche qui burocrazia e permessi impediscono il libero movimento.

Esistono anche altri problemi e quello più grande rimane la base americana di Guantànamo. Avvicinandosi alla base americana e attraversando uno dei tre posti di blocco cubani si può ancora leggere il cartello con la scritta "questa è la prima trincea anti-imperialista". I permessi per l'accesso alla Guantànamo Bay richiedono almeno 72 ore per essere approvati. 

Nella città di Guantànamo il disgelo non è arrivato anche perché la base americana su suolo cubano è un vero punto dolente delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti.

Durante i colloqui che hanno preceduto l'annuncio della distensione tra i paesi i diplomatici cubani hanno più volte avanzato le pretese sulla base.

I funzionari americani prendono tempo per non affrontare una situazione che rappresenta da sempre un'anomalia macroscopica nel panorama dei rapporti internazionali. Un paese non alleato di Cuba, anzi tutt'altro, che mantiene una base militare operativa sul territorio cubano. Migliaia di marines armati circondati da 216000 cubani residenti al di fuori della base. La maggioranza dei cubani rivuole indietro il territorio sul quale sorge la base, anche gli oppositori del regime più volte hanno avanzato questa richiesta e per gli Stati Uniti diventa sempre più difficile rinviare il discorso a data da destinarsi.



Insomma i problemi non svaniscono sull'onda degli annunci di Obama, il tempo necessario per una vera "normalizzazione" dei rapporti tra i due paesi sarà molto, di sicuro andrà oltre a quello che rimane a questa amministrazione democratica.