La Legge di Stabilità, approvata il dicembre scorso, ha introdotto un nuovo provvedimento che farà felice molte famiglie italiane. Dal primo gennaio 2015, è stato introdotto il  Bonus Bebè 2015, un contributo destinato alle neo mamme, il cui nucleo familiare abbia un reddito Isee non superiore a 25 mila euro. Esse, dal momento del parto, avranno a disposizione 3 mesi per presentare domanda all'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) al fine di ricevere gli 80 euro al mese, che diventeranno il doppio se il reddito della famiglia del nascituro è inferiore ai 7 mila euro.

Qualche giorno fa è stato firmato il decreto tra i ministri della Sanità e del Lavoro; bisogna, però, aspettare ancora affinché il bonus diventi fruibile. La procedura vuole che il ministero dell'Economia dia il via libera definitivo al provvedimento per poi essere trasmesso alla Corte dei Conti con la conseguente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Dopo ulteriori 15 giorni il Bonus Bebè diventerà legge.

Per ricevere il Bonus in questione si dovrà effettuare domanda all'INPS come già accennato, entro 3 mesi dalla data di nascita del bambino. Per le famiglie che hanno avuto il lieto evento prima dell'approvazione del Decreto, il periodo di 90 giorni sarà considerato a partire da quando è stato approvato il provvedimento.

Dopo l'accoglimento della domanda, l'importo mensile sarà erogato, in maniera retroattiva, a partire dal mese di nascita del bambino. Facciamo un esempio: se un bambino nasce a gennaio e la domanda viene presentata a marzo, il primo assegno percepito sarà di 3 mensilità.

Il bonus ha durata triennale. Per avere diritto all'importo previsto sarà sufficiente richiedere il contributo solo il primo anno.

Per i successivi due anni non sarà necessario presentare domanda; dovrà solamente essere consegnato il nuovo reddito Isee aggiornato. Un'ultima curiosità: il bonus di 80 euro sarà collegato al bambino e non ai genitori. Ciò significa che, in caso di affidamento da un genitore all'altro, il genitore che prima aveva il diritto al contributo lo perderà a favore dell'altro genitore affidatario.