Ieri pomeriggio il premier francese Manuel Valls ha deciso di adottare la riforma la "lois Macron" sulle liberalizzazioni. Per farla ha deciso di bypassare il voto dell'Assemblea Nazionale, appellandosi al "49-3". Questo tipo di scelta potrebbe portare alla caduta del Governo, qualora la mozione di sfiducia presentata da alcuni partiti dell'opposizione fosse votata domani con la maggioranza assoluta dei voti. Ossia 289 voti su 357.

Il 49-3 prende il nome dall'articolo e dal comma della Costituzione che permette di approvare in prima lettura il provvedimento e di saltare la Camera bassa.

Oltre al voto, vengono saltati emendamenti e discussioni. Il procedimento prevede inoltre che dal momento della richiesta alle successive 24 ore l'opposizione possa richiedere di verificare la fiducia del governo. E' la prima volta negli ultimi dieci anni che è stata applicata, ma in passato non sono mancate occasioni: addirittura Michel Rocard, dal 1988 al 1991, ne ha fatto uso ventotto volte.

La legge Macron è una legge che contiene circa 200 articoli ed è già stata discussa per 82 ore in commissione e 111 ore in aula. Essendo il Partito Socialista francese in collisione interna, soprattutto per quanto riguarda le riforme economiche e finanziarie, il provvedimento non era sicuro di passare.

Sia il ministro dell'Economia Emmanuel Macron che il primo ministro Manuel Valls ritengono la legge sulle liberalizzazioni fondamentale per far uscire dalla stagnazione economica la Francia.

Dopo un colloquio telefonico con il Presidente della Repubblica François Hollande, Manuel Valls ha così deciso di avviare la riforma per decreto.

Valls ha dichiarato di non aver intenzione di " perdere tempo in inutili dibattiti". Il premier ha inoltre aggiunto che in aula "potrebbe esserci una maggioranza, ma è incerta. Pertanto non voglio correre alcun rischio, non mi prendo la responsabilità di vedere rifiutata questa riforma".

Secondo gli esperti de "Le Monde" non dovrebbero esserci grossi rischi per la caduta del Governo.

Il Partico Socialista conta infatti 288 deputati e molto probabilmente gioverà dell'appoggio della sinistra radicale, che esprime 19 scranni. Per far si che il governo Valls cada occorrerebbe quindi che i 20 deputati socialisti che si oppongono alla riforma Macron si scostino dalla maggioranza e votino con il partito di centrodestra dell'Ump. Occorrerebbe anche il voto unanime dell'Udi, della Front de gauche e dell EELV e dei non iscritti. Appare quindi scontato che data l'importanza della riforma e dato l'ampio consenso di cui gode questo provvedimento, il Governo guidato da Manuel Valls dovrebbe tenere.

Qualora la mozione di sfiducia non venga votata dalla maggioranza assoluta, il provvedimento Macron si riterrà approvato in prima lettura e non sarebbe costretto a passare all'Assemblea.

Non è escluso, però, che il testo possa esser rimandato in aula su volere della commissione che lo riceve dopo il voto della mozione. A quel punto però il premier Valls potrebbe nuovamente far ricorso al 49-3.

In caso di voto di sfiducia il premier Manuel Valls sarebbe costretto a dimettersi. La conseguenza immediata sarebbe la caduta del Governo. A quel punto al Presidente Hollande spetterebbe decidere se sciogliere le camere e andare nuovamente ad elezioni oppure formare un nuovo governo.

Manuel Valls è stato nominato primo ministro da François Hollande lo scorso 31 marzo, a seguito delle dimissioni dell'ex premier Jean Marc Ayrault causate della debacle del Partito Socialista alle elezioni amministrative.

Valls, già ministro degli Interni del governo Ayrault, è già al suo secondo governo. Già in estate infatti, e più precisamente il 25 agosto, a seguito di dissidi all'interno del Governo il premier rimise il suo mandato nelle mani del Presidente Hollande.