Il nuovo Presidente della Repubblica: Sergio Mattarella, uomo delle istituzioni da sempre è da considerarsi un politico di altri tempi in positivo. Cresciuto in una famiglia di politici, il padre Bernardo, politico democristiano, fu accusato e prosciolto dal sospetto di collusioni mafiose, fu proprio la mafia a portargli via il fratello minore assassinato nel 1980 quando ricopriva la carica di presidente della Sicilia.

Militante della Gioventù Studentesca di Azione Cattolica e della Federazione Universitaria Cattolica Italiana, fino a pochi anni fa avere un simile curriculum era garanzia di un politico a servizio del bene dei cittadini.

Nel 1983 entra alla Camera dei Deputati, è uno dei morotei chiamati così in omaggio al loro leader, Aldo Moro, anche chi è stato in quel periodo poco più che bambino non può dimenticare che aria e che valori si respiravano.

Pansa lo definisce carismatico e di quelli che preferiscono al torrente la goccia, cristiano nel profondo ma con gli ideali giusti. Ha sostenuto Leoluca Orlando come sindaco di Palermo, per ringraziarlo oggi l'ex sindaco ha comprato una pagina di giornale per fargli gli auguri della sua elezione a Presidente. La sua attività politica continua con De Mita e fu ministro dell'istruzione nel 1990. In quel periodo Mattarella si distinse come educatore morale e quando il fenomeno Madonna esplose avversò, con la CEI, due concerti della cantante in Italia perché ritenuta volgare e per la sua musica che faceva abuso di sacro e profano.

Si dimette da ministro perché contrario alla legge Mammì, che riforma il mercato della radio e della tv nel 1990, quella stessa che legalizzò la Fininvest in un settore in cui operava abusivamente da anni, tale legge fu denominata "legge Polaroid" perché grazie ad essa la tv di Berlusconi restò indiscussa monopolista nel settore.

Mattarella era contrario alla legge perché violava una direttiva comunitaria per questo inammissibile. Quell'accadimento lo tiene lontano da incarichi governativi per due anni ma nel 1992 ottiene la direzione del quotidiano Il Popolo.

A lui si deve il rinnovamento della DC, dopo essere stato uno dei fondatori del Partito Popolare Italiano esce dal partito perché contrario all'elezione a segretario di Rocco Buttiglione.

Non era di certo un sostenitore di Forza Italia e del suo leader infatti era contrarissimo a che Silvio Berlusconi potesse entrare nel Partito Popolare Europeo. Nel 1999 Berlusconi si proclama erede di De Gasperi e Mattarella lo falciò con una frase tagliente: «De Gasperi appartiene a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia. Questo non vuol dire che chiunque possa chiamarsi suo seguace o erede».

Fu vicepresidente del Consiglio e poi ministro della Difesa con D'Alema, nel governo Amato fu favorevole all'intervento della NATO in Kosovo, fa parte della Margherita e dell'Ulivo. Oggi il personale della scuola italiana festeggia la sua elezione, Mattarella in aperto contrasto con la Riforma Gelmini nell'occasione della discussione abbandona l'aula quando si dispone il ritorno al maestro unico, fu proprio lui che nel 1990 lo aveva sostituito con i cosiddetti moduli che tanta occupazione portarono nella scuola.

Non solo fu lui a sostenere la stabilizzazione dei precari in ambito di Corte Costituzionale.

Abbiamo oggi non "un" ma "il" Presidente della Repubblica ancorato ai valori di un tempo, che ha creato tanti posti di lavori in passato nel settore scolastico, come non può piacere agli italiani più che a Renzi.