Non si placano le polemiche intorno al disegno di legge presentato dal Governo Renzi. I precari della scuola e le organizzazioni sindacali sono in agitazione e si moltiplicano le iniziative di protesta. Ieri Roma è stata invasa da un piccolo esercito di docenti, decisi a non arretrare di fronte ad un provvedimento che potrebbe mettere a repentaglio il loro futuro. Diversi sono i punti della riforma contestati: si va dalla mancata assunzione di tutti i docenti delle GAE all'esclusione dei docenti della seconda fascia d'istituto. Ma le criticità della riforma sono anche altre, come la chiamata diretta da parte dei presidi ed il contestatissimo divieto di affidare supplenze a chi abbia più di 36 mesi di servizio.

La situazione è rovente e potrebbe diventare un macigno sul percorso del Governo Renzi. Sui social network si leggono commenti di docenti pronti a rinnegare il PD e che si dichiarano amaramente pentiti di averlo sostenuto in passato. L'amarezza è tanta e molti dichiarano di rimpiangere addirittura l'ex ministro Gelmini, nonostante lo avessero duramente contestato in passato. La bufera scoppiata intorno al ministro Lupi e le tensioni fortissime che si stanno determinando nel mondo della Scuola (per effetto del ddl), e nel mondo del lavoro (per effetto del Jobs Act) proiettano non poche ombre sul futuro del'Esecutivo in carica. Diversi commentatori si spingono addirittura a prevedere una chiusura anticipata della legislatura ed un sempre più probabile ritorno in campo di Silvio Berlusconi, quest'ultimo rinfrancato dalla recente assoluzione della Cassazione.

Di certo, almeno sul ddl scuola, il Governo non avrà vita facile. L'Anief, il giovane sindacato che ha vinto il ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro l'abuso del precariato, si dice pronto a sommergere il Ministero di una valanga di ricorsi. I docenti, da parte loro, sono sempre più motivati ad opporsi alla riforma voluta da Renzi e reclamano con forza i loro diritti ed una centralità che, ad oggi, pare fortemente minacciata.