Al vertice dell'Eurogruppo convocato per oggi a Bruxelles non ci si aspettano buone notizie sul fronte dei rapporti con la Grecia. Ieri il Presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem ha fatto sapere che la lista di riforme promesse da Atene è "lontana dall'essere completa", ed ha lasciato intendere che domani non si chiude nulla.

Il vertice dei ministri economici dell'Eurozona è previsto per esaminare l'elenco di "misure dettagliate" che il governo greco ha annunciato in cambio dell'estensione di 4 mesi del programma di aiuti. Ma l'elenco è appunto considerato troppo vago e insufficiente, almeno a giudicare dalle prime reazioni. Uno dei punti che il ministro Varoufakis ha annunciato a Bruxelles è la creazione di una sorta di task force fatta di studenti, turisti e casalinghe ("thousands of casual onlookers", dice il testo inviato all'Europa) che dovrebbe svelare, con dispositivi audio e video, l'evasione fiscale diffusa nel Paese.

Un altro punto è la tassazione del gioco online, per la quale Atene conta di incassare 500 milioni di euro. Ci sono poi misure e proposte sulle tasse evase e sulle cartelle esattoriali, che il governo da molti anni non riesce ad incassare, ma cifre precise il documento non ne fornisce.

Per questo Dijsselbloem ha detto che la lista non è completa, e per lo stesso motivo uno dei vicepresidenti della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha detto che è improbabile che quest'oggi ci sarà alcuna decisione sulla Grecia. La possibilità concreta è che si decida di inviare una nuova missione della Troika ad Atene, per monitorare la solvibilità della Grecia.

Poco dopo il deputato italiano Francesco Boccia - presidente della commissione Bilancio di Montecitorio - ha ieri twittato un duro commento nei confronti del Presidente dell'Eurogruppo, chiedendosi "da chi è stato autorizzato" a "dire no alla Grecia", ed invocando un intervento del premier italiano Renzi e del Presidente francese Hollande. Se l'Eurogruppo decidesse davvero di fare quel che molti pensano, ovvero inviare gli "ispettori" della famigerata Troika, "significherebbe che, sin qui, si è perso solo del tempo e nulla, in realtà, è ancora cambiato", dice Boccia.

Al di là della lista e dei conti di questi giorni, il ministro delle Finanze greco Varoufakis, in una intervista al Corriere della Sera, aveva spiegato ieri cosa intende il suo governo quando dice di avere fatto già delle proposte a Bruxelles: Atene vorrebbe sostituire l'attuale debito con titoli legati alla crescita nominale, ovvero fondati sul presupposto che più la Grecia cresce, più interessi paga ai suoi creditori. Secondo il governo di Syriza l'Europa dovrebbe capire che questo non è un modo per evitare di restituire denaro, ma un modo per "restituirne di più", a patto ovviamente che il Paese riprenda a crescere.

Nella stessa intervista Varoufakis aveva anche parlato della Banca Centrale Europea, sottolineando il suo rispetto per Draghi ma anche che la Bce è "molto disciplinante" nei confronti della Grecia e del suo attuale governo. Inoltre aveva alluso al fatto che - non essendo lui e i suoi colleghi "attaccati alle poltrone" - si sarebbe anche potuto fare un referendum tra i greci sull'euro. 

Ieri sera il premier Tsipras ha fatto sapere di aver telefonato a Draghi per ribadire il "rispetto per l'indipendenza della Banca Centrale Europea", mentre una nota del governo  ha specificato che Varoufakis non ha mai parlato nell'intervista di "referendum sull'euro" perché "la parola euro è stata aggiunta dal redattore". 

Ma la di là dei problemi di comunicazione con i media, Atene deve pensare a come sopravvivere nei prossimi mesi. A partire dalla riunione di oggi a Bruxelles.