Non è bastato un pranzo in un elegante ristorante milanese, nel pomeriggio di oggi, per far siglare la pace tra il segretario della Lega Nord Matteo Salvini e il sindaco di Verona - oltre che segretario della Liga Veneta - Flavio Tosi.

Pochi minuti fa si è conclusa infatti la riunione del Consiglio nazionale della Liga Veneta, convocato per discutere dopo il "commissariamento" deciso dalla Lega Nord qualche giorno fa. Come era prevedibile, la riunione si è conclusa con l'approvazione a maggioranza di una proposta che chiede al segretario federale, ovvero a Matteo Salvini, di "rivedere la decisione di avere un commissario per le liste delle regionali in Veneto", per usare le parole di Flavio Tosi.

Alla riunione di questa sera - a Noventa Padovana - non era presente Salvini, ma c'era Giampaolo Dozzo, ovvero proprio il "mediatore" nominato da Salvini. "Non ne facciamo una questione personale ma di rapporti tra la segreteria della Liga Veneta e quella della Lega Nord", ha aggiunto Tosi. E' una scissione di fatto, dicono in molti. 

D'altra parte lo stesso sindaco di Verona, prima che la riunione iniziasse, aveva detto che "il commissariamento della Liga Veneta è inaccettabile", ribadendo che spetta alla componente regionale del partito leghista la titolarità su liste e scelte locale, "titolarità che gli spetta da sempre". 

In vista delle elezioni regionali di maggio la frattura che si è aperta tra Tosi da una parte e Salvini e Zaia dall'altra è infatti attorno alle elezioni e alle alleanze.

Da un lato si attribuisce a Tosi la volontà di allargare l'alleanza a partiti come il Nuovo Centrodestra e la formazione di Corrado Passera, idea invece osteggiata da Salvini; dall'altro alcuni ritengono che Tosi voglia comporre una "propria lista civica", di sostegno a Zaia, in campo per far pesare il suo consenso nel computo della regione, anche per giocare le sue carte come futuro leader del Movimento leghista. 

Salvini domani vedrà ad Arcore Silvio Berlusconi proprio per parlare di Veneto, e tenterà di convincere il Cavaliere che non ha bisogno dell'appoggio del partito di Alfano per vincere facilmente.

Ma dovrà anche avere la certezza che Tosi non sia più tanto "incazzato ma lucido" (come lui stesso si è definito durante una puntata della trasmissione satirica di Radio2 "Un giorno da pecora") da decidere addirittura di uscire dalla Lega e di andare per conto proprio, perché il venir meno dei "suoi" voti potrebbe costare a Zaia qualche fatica in più e rimettere in gioco in qualche modo la candidata del centrosinistra Alessandra Moretti, fino a poche settimane fa molto lontana nei sondaggi.  

Per ora Tosi non parla di questa ipotesi, e con la decisione di questa sera si limita a rimandare la palla nel campo del suo temporaneo avversario.