Il governo Renzi dovrebbe presentare martedì 3 marzo l'attesa riforma dell'istruzione, con un po' di ritardo rispetto a quanto aveva affermato il premier qualche mese fa, dato che "La Buona Scuola" sarebbe dovuta partire a gennaio. Dopo alcune consultazioni con il ministro Giannini, passata di recente nelle file del Pd, il presidente del Consiglio si appresta a presentare i punti cardine di una riforma che il sistema scolastico del nostro Paese chiedeva da tempo. Innanzitutto verranno assunti circa 150mila insegnanti precari, una mossa che darà un po' di tranquillità a quei docenti costretti a lavorare con i limiti di un contratto che non permette loro di fare il proprio dovere in assoluta tranquillità.

Tale sblocco di assunzioni andrà di pari passo con lo stop alle graduatorie, che saranno svuotate definitivamente tranne per coloro i quali non insegnano da anni.

L'altro punto cardine della riforma riguarderà il merito, un concetto di cui si è tanto discusso in questi anni, ma che non ha mai trovato concretezza all'interno del sistema scolastico italiano. Le promozioni si baseranno su un sistema di crediti che non saranno assegnati solo per anzianità, ma sarà la competenza di ogni singolo docente a stabilirli, in base all'impegno e alla qualità con cui svolgono il proprio dovere. Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, verranno dati loro più poteri all'interno degli istituti, ma i presidi avranno l'obbligo di mettere tutta la documentazione online, sia quella che riguarda gli insegnanti, sia quella degli studenti, in modo che ci sia trasparenza fra la scuola e le famiglie di chi la frequenta.

In chiave programmi, invece, si punta ad aumentare le ore di insegnamento delle lingue straniere (sempre più importanti in vista di un futuro in cui sapere almeno l'inglese è d'obbligo) e le materie artistiche nelle scuole primarie e secondarie, ma sarà interessante capire dove attingerà il governo per avere le risorse necessarie alla realizzazione di tutti questi buoni propositi.