La Guida Suprema iraniana, Ayatollah Ali Khamenei, ha parlato oggi a Teheran dell'accordo sul nucleare siglato a Losanna lo scorso 2 aprile dal suo Paese insieme ai membri del cosiddetto gruppo 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna con la Germania).

Quell'accordo, ha detto Khamenei, "non è vincolante", e "quello che è accaduto finora non garantirà né l'accordo in se stesso né i suoi contenuti". Khamenei ha detto di esser stato d'accordo con l'apertura dei negoziati, ma di non essere "mai stato ottimista". Ha aggiunto però di aver sostenuto i negoziatori e che continuerà a sostenerli. 

Khamenei - che ha pronunciato queste parole ad un appuntamento settimanale trasmesso dalla tv - ha poi aggiunto qualche commento anche via Twitter, per dire che "tutte le sanzioni dovrebbero essere rimosse non appena viene raggiunto l'accordo". Khamenei ha anche criticato "gli americani", per alcune dichiarazioni diffuse dopo i negoziati di Losanna che - secondo gli iraniani - contraddicono in parte i contenuti dell'accordo. "Loro ingannano sempre e non mantengono le promesse", ha detto Khamenei, che si riferiva ad alcune schede diffuse dal Dipartimento di Stato Usa in cui si parla di "sospensione" delle sanzioni e non della loro cancellazione, e non si parla di simultaneità tra la fine delle sanzioni e l'annuncio della fine del programma nucleare iraniano. 

Le parole di Rohani

Nella stessa giornata ha parlato anche il Presidente iraniano Hassan Rohani. E anche da lui  sono venute parole apparentemente non moderate nei confronti della comunità internazionale. Rohani ha detto che il suo Paese non sottoscriverà nessun accordo sul programma nucleare iraniano fino a quando tutte le sanzioni internazionali non saranno cancellate. 

In realtà quelle di Rohani e di Khamenei sono dichiarazioni solo apparentemente significative di una qualche battuta d'arresto nel negoziato. Occorre considerare anche il contesto in cui le parole del Presidente sono state pronunciate: una manifestazione in occasione della giornata nazionale della tecnologia nucleare. Non a caso in un altro passaggio del suo intervento ha sottolineato il valore del fatto che "la prima potenza militare al mondo" abbia dialogato con l'Iran.Una questione di orgoglio nazionale, in cui il merito non sembra in questione. 

Nella intesa siglata a Losanna infatti è prevista la revoca di tutte le sanzioni, come disse nella conferenza stampa l'Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza comune della Ue Federica Mogherini. Dunque, sia quelle finanziarie che quelle energetiche, sia da parte della Ue che da parte degli Usa. I punti su cui in questi mesi si lavorerà, per arrivare al 30 giugno, riguardano invece temi come il numero massimo di centrifughe ammesse per l'Iran, e la destinazione del materiale arricchito oggi in mano a Teheran.

La Cia sull'Iran 

Qualche giorno fa (ne aveva parlato il New York Times), ad una conferenza tenuta alla Kennedy School della Università americana di Harvard, il direttore della CIA Brennan aveva parlato a lungo dell'Iran e dell'accordo sul nucleare, spiegando che Teheran ci era arrivata anche grazie alle sanzioni economiche: sono state le sanzioni - aveva spiegato Brennan - a convincere l'Ayatollah Khamenei che il suo Paese sarebbe andato a picco economicamente. Brennan spiegava nella conferenza che Khamenei non era intervenuto pubblicamente sull'accordo raggiunto, ma neppure aveva permesso agli oppositori di esprimersi. Dunque avrebbe detto a Rohani e al ministro degli esteri Zarif: Ok, vediamo se riuscite a portare a casa un accordo'".

L'accordo ora sembra vicino, e le parole dei leader - sia a Washington che a Teheran - sembrano più rivolte alla opinione pubblica interna che al merito della questione.