È passato per soli 3 voti il disegno di legge anticorruzione al Senato. Contrari Forza Italia, M5S e GAL. SEL astenuta. Ora il ddl è atteso alla Camera. Ecco le principali novità della legge anticorruzione:

  • Reintroduzione del falso in bilancio, che prevederà una pena da uno a cinque anni (con riduzione dai 6 mesi ai 3 anni per fatti di lieve entità) per le società non quotate, mentre si vedrà una pena dai tre agli otto anni per le società quotate senza la possibilità di applicare forme di non punibilità o misure ridotte.
  • Sul piano dell' associazione mafiosa vi è un aumento delle pene per cui si potrà rischiare anche fino a 26 anni di reclusione: dai 10 ai 15 anni per gli affiliati (anziché 7 e 12), dai 12 ai 18 anni per i boss (anziché 9 e 14). Se si parla di associazione armata invece gli affiliati rischiano dai 12 ai 20 anni (anziché 9 e 14) ed i boss sconteranno dai 15 ai 26 anni (anziché 12 e 20).
  • Per quanto riguarda la PA (pubblica amministrazione) vi è un generale inasprimento delle pene per i reati di peculato e corruzione. Sarà possibile ricorrere al patteggiamento ed alla condizionale ma solo previa la totale restituzione del maltolto. Nei casi di condanna per corruzione ai danni della PA inoltre il funzionario corrotto sarà tenuto a versare l'intera somma percepita illegalmente.

Le critiche al ddl anticorruzione

Le prime critiche arrivano direttamente dall'autore della prima versione depositata nel 2013 di questo ddl, Pietro Grasso, il quale ha espresso il suo disappunto su molte delle modifiche che hanno visto stravolgere e depotenziare la sua proposta originaria.

In virtù di questo e come a voler sottolineare il suo disappunto, Grasso ha anche chiesto che il ddl in questione non venga più chiamato con il suo nome ed ha anche fatto notare come con queste modifiche peggiorative i cosiddetti "colletti bianchi" rischino relativamente poco.

Secondo M5S una delle cose più gravi nel depotenziamento del ddl originale è stata proprio sul falso in bilancio che istituisce delle attenuanti che di fatto possono essere interpretate come soglie di non punibilità. I pentastellati si riferiscono al meccanismo tramite cui si decide se un fatto sia o meno di lieve entità (per cui si prevede la riduzione da 6 mesi a 3 anni). Meccanismi farraginosi che verrebbero tradotti in veri e propri sconti di pena senza tenere conto di dimensioni e fatturato delle società stesse.

Secondo M5S inoltre le società non quotate rappresentano il 94% delle attuali e la pena massima di 5 anni escluderebbe l'uso delle intercettazioni come mezzo per le indagini per il PM che dovrebbe dimostrare (con grandi difficoltà) che le falsificazioni dei bilanci in oggetto siano poste in modo "consapevole" e con modalità "concretamente idonee" ad indurre altri in errore.

I 5 stelle puntano anche il dito contro le cooperative, che secondo loro ricadrebbero in questa fascia avvantaggiata.

M5S ha poi sottolineato come gli emendamenti proposti siano stati bocciati in tronco dalla maggioranza, tra questi troviamo misure come l'introduzione dell'agente provocatore, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici di tutti i politici ed amministratori condannati per tutti i reati contro la PA e l'automatica idoneità del carcere come misura cautelare. Il voto contrario del M5S è avvenuto dopo una consultazione online sull'apposita piattaforma. Tra gli oltre 27.000 partecipanti più del 80% ha bocciato in toto la proposta.