Silvio Berlusconi è stato ospite ieri sera da Fabio Fazio, in prima serata nel corso della trasmissione ormai nota al pubblico Che tempo che fa, su Rai 3. Il leader di Forza Italia, che ha annunciato pochi giorni fa appena di voler costituire un nuovo movimento politico che radunerà tutti i moderati d'Italia, ha passato in rassegna tutti i punti del suo 'piano' per il cambiamento del Paese, che a suo giudizio è sprofondato in un profondo degrado, anche a causa del governo Renzi, che Berlusconi definisce 'appoggiato all'ideologia comunista' e 'non eletto dal popolo'.

La rivoluzione liberale

Berlusconi avrebbe in mente una rivoluzione liberale, la stessa, per sua esplicita affermazione, che aveva in mente nel 1994, quando scese in campo per evitare, secondo il suo dire, che il Partito Comunista salisse al potere dopo lo scandalo di Mani Pulite e la fine di tutti i partiti moderati.
Ma in cosa consiste questa rivoluzione? 3 punti, secondo il Cavaliere: 'Grande riforma macchina dello Stato', del modello della burocrazia che spende il 33% in più di quanto dovrebbe; riforma del fisco, perchè 'siamo la maglia nera in Europa con pressione fiscale che tocca il 43,5 % e che arriverà al 45 % a fine anno' e in terzo punto, una 'riforma profonda della magistratura'.
'Senza questa riforma liberale' aggiunge Berlusconi, 'la pressione fiscale, burocratica e giudiziaria distruggerà l'Italia'. 'Io riprendo la sfida che avevo lasciato nel 1994'. 'Ma quella fu solo un primo tentativo', risponde alla domanda di Fazio che gli chiede perchè nel corso dei famosi 3000 giorni di governo il nostro paese non avesse goduto di questo fatidico cambiamento.
'Un rimpianto?' gli domanda Fazio. 'Quello di non essere riuscito a farmi dare dagli italiani il 51%' risponde Berlusconi, che ribadisce di star conducendo una vera e propria crociata contro l'ideologia comunista e soprattutto quell'attacco dei partiti di sinistra e della magistratura, per la quale è stato costretto a svolgere il servizio sociale, che spiega: 'non mi è servito a niente'. E anche la sua assenza, circa un anno, dagli studi televisivi è stata causata, secondo il Cavaliere, da quella persecuzione che partiti, giornali e magistratura hanno messo in atto nei suoi confronti.