Silvio Berlusconi è stato ospite alla trasmissione 'Che tempo che fa' di domenica sera condotta da Fabio Fazio. Il Cavaliere ha elencato i punti della 'rivoluzione liberale' che metterà in atto con il suo nuovo movimento politico, una 'coalizione' secondo le sue parole che rappresenterà tutti i moderati d'Italia e che finora non è stata mai realizzata da nessun partito.

Il giudizio sul governo di Matteo Renzi

Berlusconi, spiegando gli insuccessi dei veri governi di sinistra che secondo il suo parere hanno peggiorato le condizioni socioeconomiche del nostro paese, ha criticato anche il governo del giovane Matteo Renzi, che ha definito vicino alle correnti 'comuniste'.

'Tutto si può dire meno che Renzi sia comunista' gli ha domandato Fabio Fazio nel corso dell'intervista, durata un trentina di minuti. Il leader di Forza Italia ha risposto 'No, comunista no, ed è merito mio'. Secondo le parole dell'ex-presidente del Consiglio infatti è suo merito se 'il comunismo si è slabbrato', ma 'il governo Renzi si appoggia ancora a quell'ideologia comunista di cui ancora oggi molti fanno parte all'interno dei partiti' e in particolare del Partito Democratico che da anni ha raccolto tutti i partiti in una grande coalizione.

I governi degli ultimi anni ed il nuovo movimento

Allo stesso modo farà anche Berlusconi. Vuole un movimento, non un partito. Una coalizione di moderati all'interno della quale la definizione di partito non ci sia. 'La differenza con il Partito delle Libertà?' gli chiede Fabio Fazio. 'Quello fu solamente un primo tentativo'.

Secondo il Cavaliere poi 'la situazione dell'Italia è preoccupante' e 'non siamo in una democrazia'. Dopo il suo governo e le dimissioni che a suo dire 'sono state impostegli' ci sono stati vari governi 'non eletti dal popolo' e che quindi non rappresentano gli italiani.

'E il patto del Nazareno?' incalza Fazio. 'Fu fatto per senso di responsabilità' verso l'Italia e gli italiani. 'C'era lo spread, la crisi e credevamo che avesse potuto fare qualcosa di buono per il Paese'. 'Con Renzi le cose sono molto dregradate. Tiene occupato il Parlamento con una legge elettorale che per sua stessa ammissione entrerà in vigore solo nel 2018. Le aziende chiudono o vengono comprate e svendute agli stranieri, che tengono il marchio e chiudono le fabbriche in Italia'.