Il Ddl la Buona Scuola ha iniziato ieri il suo percorso parlamentare. I primi sì della Camera sono arrivati in un'atmosfera tranquilla, ma fuori dall'aula il clima era di forte contestazione. I sindacati hanno continuato a protestare duramente e promettono di continuare a farlo: i Cobas minacciano di bloccare gli scrutini e invitano le altre sigle sindacali a fare lo stesso.

Il voto

Il ministro Giannini riassume con un tweet i risultati portati a casa ieri dal governo: "finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia" scrive. Sono infatti stati votati favorevolmente i primi articoli del Ddl, che riguardano il curriculum dello studente, che riassume tutte le attività svolte da quest'ultimo che potrebbero essergli utili nella ricerca di un lavoro, siano queste strettamente curricolari o meno; l'alternanza scuola-lavoro, il cui numero di ore viene incrementato grazie alla riforma; l'insegnamento nelle carceri e negli istituti tecnici; l'innovazione digitale, punto molto pubblicizzato dal governo e dal premier anche a causa della distanza in questo campo tra il nostro paese e il resto d'Europa; e soprattutto il punto che riguarda il piano dell'offerta formativa, che comprende l'aumento del potere del dirigente scolastico, uno dei punti che maggiormente ha scatenato le proteste degli insegnanti.

L'inizio di un successo per il governo: vedremo se diventerà un successo su tutta la linea con la ripresa dei lavori parlamentari lunedì mattina. Non sembra probabile che il governo decida di mettere la fiducia sul provvedimento, e in effetti il voto di ieri non ha riservato sorprese. Per precisione è necessario sottolineare che il governo è andato sotto nel voto di un emendamento, il relatore però ha dichiarato che si tratta "di un'ulteriore chiarezza di indicazione, che non incide con la struttura del testo" (ansa.it). Dentro la Camera tutto tranquillo quindi, ma fuori la situazione è molto più complicata.

Le proteste

Gli insegnanti però non si arrendono. Mentre il Ddl veniva discusso, i sindacati avevano organizzato un sit-in di protesta davanti al Pantheon, al quale hanno partecipato anche alcuni parlamentari.

Tra di loro Stefano Fassina, fortemente contestato dagli insegnanti in protesta, in particolare da quelli precari. Uno dei motivi dello scontento rimane infatti il desiderio, espresso più volte dai docenti, che le assunzioni dei precari vengano stralciate dal provvedimento, ma il governo mantiene la sua linea e da questo orecchio non ci sente.

Renzi ha infatti definito "impossibile" questa possibilità, in quanto le assunzioni sono fortemente collegate alla rivoluzione del sistema scolastico prevista del disegno di legge (ansa.it).

Future contestazioni

I sindacati hanno deciso di mantenere la linea dura: sono previste nuove proteste davanti a Montecitorio nelle giornate di lunedì e martedì.

I Cobas hanno reso nota la volontà di scioperare dopo la fine delle lezioni, in modo da bloccare gli scrutini, e hanno auspicato l'adesione delle altre sigle alla protesta. Riguardo al blocco degli scrutini, il presidente dell'autorità sugli scioperi Roberto Alesse ha dichiarato: "se la proclamazione avvenisse in palese contrasto con la normativa sarebbe illegittima e spetterebbe all'autorità valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione" (ansa.it). I sindacati rispondono rivendicando il diritto di sciopero, mentre Renzi cerca di calmare le acque definendo "prematura" la discussione su questo argomento. Vedremo lunedì quali saranno le evoluzioni sull'esplosiva situazione, per il momento il governo può ritenersi soddisfatto.