Su iniziativa del deputato del gruppo Misto Claudio Fava, vicepresidente della commissione nazionale Antimafia, è stato avviato uno screening delle liste dei candidati alle elezioni politiche regionali, che si terranno il 31 Maggio. Lo scopo principale della verifica è di stilare, entro l'inizio delle votazioni stesse, una lista che contenga i nomi di tutti quei candidati presentati dai vari partiti che, sulla base del codice di autoregolamentazione, non possiedono i requisiti per essere messi in lista.

Dichiara Fava che, per la prima volta in Italia sarà fatta un'analisi preventiva delle candidature che sarà messa a disposizione dei cittadini.

Il gruppo di lavoro è nato su input di Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, proponendo l'iniziativa a tutti i membri dell'ufficio, dopo aver appreso dagli organi di stampa della nutrita presenza, nelle liste dei candidati, di numerosi nominativi senza requisiti etici - morali. La stessa presidente dichiara che si tratta di un lavoro considerevole, vista la mole di nomi da controllare, aggiungendo che non poteva essere iniziato prima perché le liste elettorali sono state chiuse da pochissimi giorni, e che al fine di velocizzare la procedura si soffermeranno su quelle regioni che già hanno manifestato criticità.

Già in passato la Commissione Antimafia aveva dato parere sulle candidature, ma sempre a elezioni avvenute.

La novità di quest'anno è quella che la verifica sarà effettuata prima delle votazioni, grazie all'articolo 4 del codice di autoregolamentazione che è stato sottoscritto da tutti i partiti politici. L'articolo stabilisce che la Commissione, nell'ambito dei poteri a essa conferiti, verifica che la composizione delle liste elettorali presentate dai partiti che aderiscono al codice, corrisponda alle disposizioni presenti nel codice stesso.

Il lavoro della commissione sarà quello di indicare i candidati che hanno subito rinvii a giudizio, che sono sottoposti a misure di prevenzione e soprattutto quelli che hanno subito condanne in primo grado per reati gravi. Tutto questo lavoro però è solo indicativo, poiché la commissione non può escludere dalla votazione i candidati che non hanno i requisiti non avendo potere sanzionatorio.

Si tratta comunque di lavoro importante in quanto servirà a denunciare quei partiti che non mantengono gli impegni. Anche se non è ancora concluso, il gruppo di lavoro ha già individuato una rosa di nomi non candidabili, in particolare nelle regioni del Sud.

Al fine di poter eseguire la verifica saranno richieste dalla Commissione alle prefetture le liste complete dei candidati, che in seguito saranno incrociate con le liste dei carichi penali pendenti e con i dati sui rinvii a giudizio.

Che cosa dice il codice di autoregolamentazione dei partiti

L'articolo 1 del Codice dichiara che i partiti politici e le liste civiche che aderiscono al codice stesso s'impegnano a non presentare e a non sostenere, sia direttamente, sia indirettamente, collegandoli ad altre liste, candidati a ogni tipo di elezione, nei cui confronti, alla data di pubblicazione dei comizi elettorali, sia stato emesso un decreto che ne dispone il giudizio o una qualsiasi misura cautelare, che non si trovino in stato di latitanza o in esecuzione di pene detentive, o che siano stati condannati con sentenza, che può anche non essere definitiva in caso di reati gravi o di mafia.