Sull'immigrazione la Commissione approva una soluzione di compromesso che accontenta e scontenta tutti, sia chi voleva di più (l'Italia) sia chi avrebbe preferito meno (caso di Francia e Spagna). E sono state proprio queste due a fare pressione per evitare una distribuzione veramente paritaria degli immigrati fra gli Stati membri. Ma è soprattutto l'Italia che vede disattese le proprie aspettative e si vede costretta ancora una volta a piangersi da sola le sue piaghe. Lima di qua e lima di là il piano è stato troppo ridimensionato e reso inadeguato all'altezza del problema e probabilmente subirà nuove mutilazioni fino al 26 giugno prossimo, data del nuovo vertice degli Stati membri che servirà a raffinare l'accordo o ad inasprire la beffa.

Cosa prevede il piano

Gran Bretagna e Danimarca grazie alla loro disciplina riguardo all'Unione si sono sfilate secondo la cronaca annunciata. Quindi la ripartizione delle quote dei migranti interesserà solo 24 Paesi. Nei prossimi 2 anni questi dovranno farsi carico equamente di 40 mila migranti di cui 24 mila sono in territorio italiano e 16 mila in Grecia. Saranno integrati nel piano solo i richiedenti asilo che hanno diritti riconosciuti nel 75% degli Stati membri e specificamente i migranti di nazionalità siriana ed eritrea che costituiscono solo il 30% degli arrivi. Nel pacchetto è prevista anche l'estensione di Triton il cui raggio d'azione verrà spostato a 138 miglia a sud della Sicilia e la stessa isola sarà anche la base per la missione Frontex.

Italia disillusa

Si tace invece dei rimpatri coatti per coloro che non hanno diritto d'asilo. L'accordo sarà esecutivo non prima di luglio e sarà valido per i nuovi arrivi. Copre soltanto metà dei venuti nei primi mesi dell'anno. Non è passata la linea della responsabilità che Matteo Renzi aveva sollecitato da parte dell'Europa che si conferma unione monetaria ma non delle genti.

Sono chiare le forti limitazioni che impediscono l'efficacia delle misure ottenute al ribasso. Dalla solidarietà promessa a caldo dopo l'ecatombe di circa un mese fa quando al largo della Libia il mare inghiottiva 750 persone alla reazione a freddo molto più concertata. Intanto in Italia ieri in solitudine uno scafista è stato processato con rito abbreviato e condannato all'ergastolo per naufragio ed omicidio plurimo e le stesse accuse sono state imputate anche ad un altro scafista condannato a 10 anni di reclusione.