Ogni giorno le cronache italiane sono piene di incidenti stradali causati dai cosiddetti pirati della strada che investono pedoni, distruggono vite e causano incidenti gravi a causa del loro stile di vita oltre i limiti anche quando sono al volante delle loro auto.

Gli ultimi avvenimenti:

Nell'ultimo fine settimana hanno perso la vita una trentenne mamma di Palermo ed un ragazzino quattordicenne a in Abruzzo. In entrambi i casi i conducenti delle auto che li hanno investiti hanno tentato la fuga senza soccorrere le vittime e sono stati arrestati successivamente dalle forze dell'ordine.

Entrambi sono poi risultati positivi ad alcol, cocaina, ecstasy ed oppiacei.

Nel fatto avvenuto in Sicilia dove la mamma ha lasciato due gemellini orfani, il conducente del furgone aveva già subito il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza ed eccesso di velocità, ma era lo stesso alla guida del veicolo. In Abruzzo invece il conducente aveva subito il ritiro della patente da due anni. Il problema è che adesso i due sono agli arresti, verranno probabilmente condannati, staranno in carcere per poco e torneranno liberi di guidare e magari causare altri danni irreparabili come questi.

Cosa dicono le Leggi italiane:

La causa è la nostra Legge che riteniamo essere fin troppo garantista con chi guida.

Molti infatti la fanno franca, e chi viene arrestato è condotto ai domiciliari o libero in attesa di giudizio. Il potere deterrente delle leggi non sempre sortisce l'effetto desiderato: basti pensare agli USA, dove non è che la pena di morte, negli Stati che la applicano, abbia abbassato il numero di omicidi; a volte tuttavia l'inasprimento delle pene sarebbe auspicabile.

In effetti le leggi italiane collocano il reato come omicidio colposo, fatto senza la volontà di uccidere, e si colloca sotto i tre anni di pena. Ecco perché i responsabili sono subito liberi di uscire dopo una breve permanenza più che carceraria, ai domiciliari.

Il Governo studia soluzioni:

Il nostro Premier Matteo Renzi, da sempre sensibile a questi casi (in aumento vedendo le statistiche) sta valutando se inserire il reato di omicidio stradale nel Codice varando una Legge che dovrebbe essere approvata entro la fine dell'anno. In pratica con questo reato si ammette che uccidere qualcuno al volante sia un vero e proprio omicidio, con pene da 8 a 12 anni. In questo modo già la pena minima di 8 anni darebbe la certezza della detenzione che oggi non c'è. Allo studio ci sarebbero anche le pene accessorie da infliggere al condannato, tra cui il ritiro della patente di guida a vita o almeno per 20 anni, con il divieto di ripresentarsi agli esami per riprenderla almeno per 12 anni da quando la pena è stata espiata. In parole povere, un omicida stradale va dentro per 8 anni (minimo), alla scadenza della pena deve stare altri 12 anni per tentare di riprendere di nuovo la patente per tornare a guidare.