Ancora molto acceso il dibattito sul rimborso delle pensioni, a seguito della recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma, inserita nel decreto Salva - Italia dal Governo Monti, che, di fatto, bloccava le rivalutazioni delle pensioni per il biennio 2012-2013. In seguito all'appello del centrodestra, che compatto chiede di risanare la situazione attraverso la restituzione totale delle somme spettanti, interviene Matteo Salvini che, alzando i toni dello scontro, minaccia il blocco dei lavori parlamentari nel caso in cui il Governo optasse per una restituzione parziale.

Questo, come risposta a una dichiarazione del premier che, intervenendo sulla questione, questa mattina aveva dichiarato l'intenzione dell'esecutivo di voler restituire solo una parte dei soldi, visto l'impatto che l'operazione avrebbe sulle già disastrate finanze pubbliche. Calcolato in mezzo punto percentuale di Pil l'esborso totale, lo stesso imporrebbe al governo interventi correttivi, al fine di evitare il rialzo dell'indebitamento netto oltre il 3%, ed esponendosi al rischio dell'apertura di una procedura d'infrazione da parte della commissione europea, per il mancato rispetto degli obblighi derivanti dal patto di stabilità.

Al primo gennaio del 2015, la pensione media lorda dei lavoratori nel settore statale è di circa 1.700 euro.

L'Inps quantifica in 65 miliardi di euro la spesa complessiva per il pagamento delle pensioni stesse, rispetto al passato anno in aumento dello 0,75%.

Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, diffonde a mezzo Facebook una dichiarazione molto forte, con la quale chiede espressamente e incondizionatamente, che ai pensionati sia restituito totalmente quanto gli spetta, unitamente all'abrogazione della riforma Fornero, che tanto ha fatto discutere.

Infine accusa Matteo Renzi di essere un presidente fuori legge nel caso non rispettasse la sentenza della Corte costituzionale.

Un sondaggio commissionato all'agenzia Ixè, dal programma Agora di (Raitre), che domandava a una platea di pensionati, in qualità di beneficiari dei rimborsi, se fossero disposti a un gesto di solidarietà verso i giovani o i poveri, il 55% ha risposto negativamente, mentre il 29% si è dimostrato più solidale nei confronti dei giovani che forse alla pensione non avranno diritto.