Appena ottenuta la vittoria sull'italicum, il governo è costretto ad affrontare il tema della riforma della Scuola, che pare che riserverà non pochi problemi. Gli insegnanti infatti sono scesi in piazza in moltissimi nello sciopero del 5 maggio per dimostrare il loro dissenso.

I motivi dello sciopero

Il punto principale della protesta degli insegnanti è la figura del preside-sindaco, soprattutto per quanto riguarda il potere che avrebbe nelllo scegliere gli insegnati. Si teme infatti che questa particolare condizione possa portare al clientelismo.

Inoltre tutto il potere accentrato nelle mani di un'unica persona preoccupa molto gli insegnati, secondo i quali le scuole devono essere gestite in maniera collegiale. Ma un altro elemento che i protestanti contestano duramente sono gli sgravi alle paritarie e i finanziamenti per la scuola privata. Sempre per quanto riguarda il tema dei finanziamenti, con la possibilità di donare il 5 per mille alla scuola, si teme che questo possa creare delle "scuole di serie A e delle scuole di serie B", a seconda dello status sociale degli alunni che le frequentano e della collocazione degli istituti in zone più o meno ricche. I manifestanti non sono d'accordo nemmeno sul piano straordinario di assunzioni, che però riguarderebbe solo certe categorie di precari e ne escluderebbe altri (verrebbero infatti assunti coloro che fanno parte delle graduatorie ad esaurimento e i vincitori del concorso del 2012) e sul punto dell'edilizia scolastica, per la quale sarebbero stati stanziati dei fondi insufficienti.

In piazza erano anche presenti anche il lavoratori appartenenti alla categoria del personale ATA, che lamentano il fatto di essere stati ignorati dalla riforma del governo.

Le reazioni del governo

"Ascoltiamo la protesta, entriamo nel merito" (estratto preso dall'Ansa) ha dichiarato il premier Matteo Renzi, e in apparenza questa dichiarazione poteva far pensare a un'apertura alle motivazioni dei manifestanti.

Stamattina c'è stato un incontro in via del Nazareno al quale hanno partecipato il presidente del consiglio, il ministro dell'Istruzione Giannini e alcuni parlamentari del PD che aveva appunto l'obbiettivo di rivedere alcuni punti del disegno di legge che hanno causato il forte dissenso. Al termine dell'incontro però, il ministro ha dichiarato: "Stiamo lavorando, migliorando e integrando il testo.

Non c'è nessun cambiamento di linea". Secondo quelle che l'ansa definisce fonti parlamentari, una delle modifiche possibili riguarderebbe proprio la figura del preside: i professori potrebbero candidarsi alle scuole di interesse, il preside dovrebbe poi fare dei colloqui e rendere le motivazioni della sua scelta.

Renzi ce la farà?

Lo sciopero del 5 maggio ha avuto un grande successo, è stato definito il più grande sciopero di sempre. I cortei hanno avuto luogo in sette diverse città, i cortei più partecipati sono stati quelli di Milano e Roma. Gli insegnanti sembrano decisi a far valere le loro opinioni: ce la faranno Renzi e il suo governo a far passare i punti fondamentali della loro riforma, o questa volta saranno costretti a cedere alle proteste, almeno su alcuni punti? Intanto, è previsto un incontro al Nazareno tra i sindacati e le principali associazioni della scuola e alcuni parlamentari del PD capitanati dal presidente Orfini.