Tutto pronto per la ripresa delle discussioni parlamentari su amnistia e indulto; dopo essersi fermata per le elezioni regionali e comunali, la politica tornerà ad occuparsi anche di questo delicato tema, al fine di cercare una soluzione di compromesso sul tema. Tra i principali motivi di discussione vi sarebbe il disegno di legge già approvato dalla Camera ed ora la vaglio del Senato, con il quale si dovrebbe arrivare ad un importante svolta su quanto riguarda la questione della prescrizione. Restano invece calendarizzate per questa settimana le discussioni riguardanti i 4 Ddl unificati riguardanti l'amnistia e l'indulto, sebbene l'esito positivo di tali provvedimenti sia messo in forse dai giudizi attesi presso Bruxelles.

Fondamentali potrebbero infatti essere le considerazioni espresse dalla Corte di giustizia europea in merito all'operato del Ministro Orlando, al quale d'altra parte va dato il merito di essersi dimostrato più volte aperto a discutere della vicenda con tutti gli interlocutori coinvolti; basti pensare all'incontro avuto alla metà dello scorso mese di maggio con i rappresentanti del Partito Radicale, al fine di spiegare le prossime riforme in tema di giustizia e carceri.

Orlando interviene sulle pene alternative agli Stati Generali dell'esecuzione penale

Stante la situazione, il Guardasigilli Orlando era già intervenuto negli scorsi giorni a parlare di un compromesso tra chi chiede un atto di clemenza per chi soffre condizioni di carcerazione disagevoli e che si preoccupa per un possibile allarme sociale.

La soluzione ricercata dal Ministro della Giustizia è probabilmente una via di mezzo tra i due estremi, che dovrebbe anche avere il merito di riuscire ad evitare le tante situazioni di sovraffollamento a cui siamo stati purtroppo abituati negli scorsi anni. "Noi abbiamo un modo diverso dall'indulto di affrontare la questione" ha spiegato l'esponente del Governo Renzi, sottolineando come attraverso la strategia messa in atto negli ultimi mesi "si evita di cancellare le pene, che invece vengono rimodellate".

Così facendo, si ottiene anche che la società accetti che il detenuto affronti un percorso diverso da quello della tradizionale carcerazione.

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