La Consulta ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti della Pubblica Amministrazione. La decisione non ha però valore retroattivo, decisione che viene giudicata positivamente dai costituzionalisti, in quanto salvaguarda i conti dello stato. Renzi adesso sarà costretto a rinnovare il contratto collettivo.

La decisione della consulta

Un'altra decisione della Corte Costituzionale che boccia una decisione presa dai governi durante gli anni della crisi. Come riporta adnkronos.com, secondo la Consulta il blocco della contrattazione collettiva per quanto riguarda i lavoratori della pubblica amministrazione non è legittima, e il governo dovrà adesso procedere al rinnovo del contratto.

Berlusconi è stato colui che ha dato il via a questa politica, che poi è stata portata avanti dai governi che sono seguiti, fino ad arrivare al governo Renzi. La decisione non ha però valore retroattivo, il che è un'ottima notizia per i conti pubblici che, come è noto, non godono di ottima salute.

I commenti dei costituzionalisti

Adnkronos.com ha raccolto i pareri di alcuni costituzionalisti sulla sentenza emessa dalla Consulta. L'opinione che ne hanno è sostanzialmente positiva, in quanto non avendo valore retroattivo la decisione non crea immediatamente un onere economico troppo grande perchè le finanze dello stato possano sopportarlo. Però la sentenza obbliga il governo a rinnovare il contratto collettivo, e rinnovare il contratto collettivo vuol dire trattare con i sindacati.

Il premier ha dimostrato in più occasioni di non avere un ottimo rapporto con i sindacati. "Sarà rimessa alla contrattazione la determinazione dei contenuti economici che deve essere nuovamente aperta nel rapporto tra governo e sindacati" (adnkrono.com), queste le parole dell'ex presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli nel commentare la sentenza.

Questa volta quindi Renzi sarà costretto a trattare e non potrà asfaltare i sindacati, che da parte loro sono sul piede di guerra nei confronti del governo, soprattutto dopo come il governo si è comportato nella vicenda del ddl di riforma sulla scuola.

La Consulta boccia la gestione della crisi?

Dalle sentenze di incostituzionalità e illegittimità che ultimamente la Corte Costituzionale sta emettendo, pare che i giudici più autorevoli d'Italia stiano bocciando il modo in cui i governi hanno gestito la crisi.

Come si sa, le idee di Berlusconi non sono mai andate tanto a genio a coloro che si intendono di diritto, quindi sembra quasi normale che la Corte bocci decisioni prese da lui; un po' più fa stupire il fatto che bocci decisioni prese dal governo Monti, come è recentemente successo con il blocco dell'indicizzazione delle pensioni. Da quello che dice la Consulta pare proprio che l'austerità, nel nostro paese, sia incostituzionale. L'altro aspetto che emerge riguarda invece Renzi: le preoccupazioni del premier paiono infatti essere molto lontane da quelle che impegnano la Consulta. Anche la vicenda delle pensioni è stata trattata di passaggio da Renzi e dal suo governo, per poi tornare agli argomenti che gli stanno più a cuore, in questo momento, uno su tutti, la scuola. Forse la più alta Corte dello Stato meriterebbe un po' più di attenzione da parte del presidente del consiglio.