E' una vera e propria tempesta quella che ha colpito la politica romana all'indomani dei 44 arresti, ordinati dal Gip di Roma Flavia Costantini, nell'ambito dell'inchiesta "Mafia Capitale". Arresti "bipartisan", che hanno colpito nomi eccellenti come Luca Gramazio, ex capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio nonchè figlio dell'ex senatore An Domenico, e ancora Mirko Coratti, Daniele Ozzimo, Angelo Marinelli, Angelo Scozzafava, Pierpaolo Pedetti del Partito Democratico solo per citarne alcuni; ma nelle 428 pagine di ordinanza della Procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone, a comparire è anche il nome di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, che -precisiamo non è indagato- con riferimento alle elezioni europee del 2014 in cui correva come capolista nella lista di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale nel collegio Italia Meridionale.

Cosa accadde nelle elezioni 2014

In quell'occasione Alemanno chiese aiuto a Salvatore Buzzi, uno dei principali protagonisti insieme a Massimo Carminati dell'inchiesta "Mondo di Mezzo", che a sua volta si sarebbe mosso in Calabria per racimolare qualche volto a favore dell'ex sindaco "anche con gli uomini della cosca 'ndranghetista dei Mancuso di Limbadi" (ansa.it). Particolari, questi, che emergono dall'ordinanza del Gip Costantini, che svelerebbe le "cointeressenze di natura economico/criminali tra Mafia Capitale e la cosca calabrese" (ansa.it).

Alemanno nega, in uno sfogo

La risposta di Alemanno non è tardata ad arrivare e proprio sul suo profilo Facebook l'ex sindaco di Roma si è lasciato andare ad un amaro sfogo: "Bisogna finirla con questa balla della 'Ndrangheta che, attraverso la mediazione di Buzzi, mi avrebbe fatto convergere voti in Calabria alle elezioni Europee del 2014".

Ed effettivamente i numeri usciti dalle urne furono impietosi per lui dal momento che nelle storiche roccaforti del clan Mancuso, Limbadi e Nicotera, poco meno di 20 persone espressero la loro preferenza a suo favore.

"Non è pensabile che se questo clan si fosse mobilitato a muovere voti nei miei confronti i risultati sarebbero stati questi" -ha proseguito Alemanno, per il quale questa è stata l'ennesima millanteria telefonica di Salvatore Buzzi, negando fermamente ogni suo coinvolgimento con la criminalità organizzata calabrese.