Si apre formalmente un periodo di impasse istituzionale in Campania. Questa mattina doveva tenersi la prima seduta del nuovo Consiglio Regionale, convocato dopo la proclamazione del 22 giugno. Convocato e sconvocato, in quanto Vincenzo De Luca, presidente eletto il 31 maggio scorso a capo della coalizione di centrosinistra, è stato sospeso dal premier Renzi venerdì scorso. Atto, quello della sospensione, che era stato invocato da più parti e che è scattato nel rispetto della legge Severino.

"Per noi il Consiglio è stato convocato e mai formalmente annullato", hanno tuonato già ieri i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e che questa mattina si sono dati appuntamento davanti al palazzo dell'assise campana per chiedere di dare luogo alle operazioni di insediamento; con loro anche un gruppo di esponenti Ncd e di vari movimenti dei disoccupati organizzati.

Così mentre all'esterno veniva inscenata una protesta con gli slogan "De Luca dimettiti", i consiglieri grillini eletti hanno presidiato le stanze del dirigente dell'ufficio amministrativo del palazzo al centro direzionale di Napoli, chiedendo di aprire l'Aula e di consentire ai presenti di fare l'appello. Nelle stesse ore gli esponenti del Pd si sono dati appuntamento presso la sede regionale del partito, una riunione più di chiarimenti che organizzativa.

Perché poi la mossa di Renzi ha mandato all'aria i piani di De Luca e della sua maggioranza. Più semplice il percorso immaginato per questo mandato: primo step, la seduta del Consiglio Regionale nella mattinata di oggi, poi a seguire la convalida degli eletti e la nomina della Giunta con l'indicazione del vice presidente che avrebbe, di fatto, interpretato il pensiero del presidente sospeso fino al suo reintegro.

E difatti era stata investita la consigliera irpina del Pd, Rosetta D'Amelio, in qualità di anziana dell'assemblea, di convocare il Parlamentino per dare formalmente il via ai cinque anni di De Luca.

Insomma, nessuno si aspettava nel centrosinistra che la sospensione arrivasse anticipando la prima seduta consiliare. Immediata e necessaria la virata da parte di De Luca il quale, consigliato dai suoi legali, ha dovuto immaginare un piano alternativo.

Essendo scattata la procedura di sospensione, infatti, ogni suo atto sarebbe considerato nullo e, probabilmente, costituirebbe anche un abuso. D'Amelio ha dovuto rapidamente avvisare i colleghi che stamattina non ci sarebbe stato l'insediamento; operazione che ha fatto materialmente nella giornata di ieri attraverso l'invio di telegrammi e che viene fortemente contestata soprattutto dai pentastellati.

Si resta, adesso, in attesa di conoscere quali saranno i passi successivi, considerando pure che la prima seduta consiliare dovrà tenersi per Statuto entro il 12 luglio. Entro quella data De Luca spera di ottenere un riscontro positivo dal giudice ordinario confidando nella procedura d'urgenza, già utilizzata per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, e strappare in pochi giorni una sentenza che congeli la sospensione.