Fonti UE riportano che i negoziati sono stati interrotti da: 'un persistente e notevole divario tra i piani delle autorità greche e le esigenze pubbliche delle tre istituzioni (UE, BCE e FMI) sulle misure fiscali'. I punti principali della contesa sono rimasti gli stessi: i tagli alle pensioni, gli aumenti fiscali e gli obiettivi di avanzo primario del bilancio ellenico. Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, attende invece il 'realismo' dei creditori, fino ad allora basta trattative. Nei giorni scorsi Tsipras aveva inviato i suoi uomini migliori a Bruxelles, dopo una lunga ed estenuante contrattazione ci si aspettava un cambio decisivo nei negoziati tra la Grecia e i suoi creditori europei, ma il risultato è rimasto uguale a prima: niente accordo.

Il leader di Syriza e capo del governo ellenico, ha ribadito qual è la posizione del suo governo: "Aspetteremo pazientemente fino a quando le istituzioni europee porranno condizioni realistiche che assicurino dignità al popolo greco".

Il governo di Atene non presenterà alcuna nuova proposta, come ha confermato in conferenza stampa il portavoce del governo, Gabriel Sakellardis: "Abbiamo esaurito ampiamente i nostri limiti, ora non resta che attendere il buon senso". Tsipras, dal canto suo, ha attribuito il fallimento di questa ultima tornata di trattative a un cieco 'opportunismo politico' dei creditori, piuttosto che a un semplice disaccordo sulle cifre. "L'insistenza delle istituzioni a pretendere nuovi tagli alle pensioni, dopo cinque anni di saccheggi attraverso programmi di austerità, può essere spiegato solo da opportunismo politico", ha dichiarato il premier greco.

Il medesimo tono lo ha espresso il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis: "Il governo della Grecia non firmerà un prolungamento della crisi. È ora che gli europei prendano le loro decisioni, ma la soluzione non può passare solo attraverso un programma di riforme, ma deve includere una ristrutturazione del debito e di un pacchetto di investimenti che permetterà un ritorno alla crescita".

Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, si è detto 'deluso' dalla mancanza di progressi nei negoziati, avvisando la Grecia che accetterà il ritorno al tavolo dei negoziati solo se Atene presenterà serie garanzie su proposte di riforma in grado di soddisfare le richieste dei creditori. Juncker si è rammaricato che, nonostante i suoi enormi sforzi per facilitare il progresso di questi negoziati, nulla è cambiato se non il fatto che ora le posizioni sono ormai inconciliabili.

Considerato il mancato accordo, a Bruxelles non rimane altro da fare se non quello di passare la palla nelle mani dei ministri delle Finanze della zona euro, che si riunirà giovedì prossimo o forse addirittura in quelle dei capi di governo. Questo appuntamento del 18 giugno è considerato come l'ultima possibilità della Grecia di trovare un accordo, passato il quale nessuno sa con esattezza cosa succederà dopo.

Tsipras, invece, nel frattempo incontrerà il presidente russo Vladimir Putin a Mosca. Notizia questa che non piace alla UE, ma nemmeno all'inquilino della Casa Bianca.