Venerdì scorso erano le bombe a parlare, causando panico, morti e feriti. Poi la rabbia stava per esplodere e la "bomba" si è riversata nei seggi, dove i curdi si sono recati in massa. E dopo la rabbia finalmente la gioia incontenibile: il risultato. Per la prima volta la minoranza curda entra nel Parlamento turco con ben 78 deputati. Un risultato straordinario, così a lungo negato ai curdi, la più grande minoranza etnica in Turchia che per decenni ha subito conflitti, persecuzioni, violenze e il rifiuto da parte del governo centrale di riconoscere qualsiasi loro diritto di partecipare alla vita pubblica turca.

Pur essendo la quarta forza politica nazionale, è la formazione dell'HDP la vera novità di queste elezioni, loro sono il "Podemos" turco. Con il 12,9% hanno abbondantemente superando la tremenda soglia di sbarramento del 10% imposta dal premier Erdogan. L'HDP è anche la forza che ha impedito al partito AKP di Recep Tayyip Erdogan di formare il governo da solo, ridimensionandolo così ampiamente da costringere il premier turco ad allearsi con altri per formare una colazione che governi il Paese, sempre se troverà appoggi da chi, per oltre 13 anni, gli si è opposto con forza.

Il Partito Democratico dei Popoli (HDP) ha "sbancato" nelle province curde, questa possibilità era quasi scontata, ma si è andati anche oltre le più rosee aspettative.

Gli elettori della città di Diyarbakir, dove due bombe sono state fatte esplodere venerdì scorso nel bel mezzo di un raduno della formazione di sinistra filo-curda, il partito HDP ha ottenuto il 78% dei voti, nella città di Hakkari l'86%, a Sirnak l'88%, a Van il 70%. Quasi tutta la comunità curda della Turchia orientale (hanno votato il 90% degli aventi diritto) ha fatto sentire il suo pieno appoggio ai rappresentanti dell'HDP e ora nutre la speranza di un cambiamento positivo verso il riconoscimento dei diritti civili e politici negati da troppo tempo.

"È una vittoria per la pace contro la guerra", ha dichiarato Sirri Sureya Önder, uno dei leader del partito HDP e il più importante mediatore del negoziato di due anni fa che ha ottenuto il "cessate il fuoco" fra le parti, avviando così il processo di pace con il gruppo armato curdo PKK. Ora non resta altro da fare che attendere di capire come la nuova configurazione parlamentare potrà interferire o meno con questi negoziati, essendo il partito HDP la voce politica curda oggi legittimata a rappresentare le loro istanze.

Questo risultato ha acceso la speranza del popolo di Diyarbakir, a favore del quale ora si può aprire una nuova pagina nei rapporti tra curdi e turchi.

Non solo quelli dei curdi, ma anche i voti dei turchi sono stati necessari per ottenere questo risultato e ciò dimostra chiaramente che è avvenuto uno spostamento degli elettori dal Partito Repubblicano del Popolo (CHP, socialdemocratico) verso la sinistra filo curda rappresentata da HDP. Molta parte del merito va al suo leader carismatico, Selahattin Demirtas, che è riuscito a rivolgersi con successo ai giovani turchi. Demirtas, da abilissimo politico, è stato in grado di controllare la sua base elettorale più radicale del partito, quelli che si ispirano al nazionalismo curdo, riuscendo a "cancellare" quell'immagine scomoda che l'HDP dava in passato quale "braccio politico del PKK".

"Ringrazio i nostri fratelli turchi, vi ringrazio tutti per il supporto!" ha dichiarato Demirtas dopo aver preso atto dei risultati finali, poi ha aggiunto: "La pace trionferà".