Svolta politica in Turchia. Per la prima volta in 13 anni, il Partito della Giustizia e lo Sviluppo (Akp) ha ottenuto i peggiori risultati della sua storia, perdendo la maggioranza assoluta in Parlamento. Con il risultato delle elezioni legislative di ieri, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha visto sfumare l’intenzione di riformare la Costituzione per aumentare i suoi poteri. 

Governo di coalizione

Secondo la tv statale turca Trt, l’Akp ha ottenuto quasi il 41% dei voti.  Resterà con 258 seggi in Parlamento, 18 in meno di quelli che servirebbero per ottenere la maggioranza, per cui Erdogan sarà costretto a formare un governo di minoranza o una coalizione. 

Rappresentanza curda

Il Partito della Democrazia dei Popoli (Hdp) ha superato la soglia del 10%. Grazie a questo risultato è diventato il primo partito pro-curdo nel Parlamento turco. È la prima volta che la minoranza curda è rappresentata nello scenario politico della Turchia. 

Strategia di inclusione

E come hanno fatto? Per alcuni analisti, il successo dell'Hdp è dovuto alla strategia mediatica: il messaggio elettorale è stato allargato. I candidati si sono rivolti non solo ai curdi, ma anche ai cittadini di sinistra e agli oppositori di Erdogan. Uguaglianza, diritti degli omosessuali e problematiche ambientali sono stati al centro del dibattito. 

Valore della Turchia

Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha affermato di accettare i risultati: “La decisione del popolo è sempre la più giusta”. Erdogan è arrivato al potere come primo ministro nel 2003, e in queste elezioni ricercava la maggioranza di due terzi per fare approvare la riforma per una repubblica presidenziale. 

L’esempio del dialogo

“Questa è una vittoria della democrazia sulla corruzione politica; della pace sulla guerra”, ha affermato il deputato Hdp, Sirri Sureyya Onder. In un Medio Oriente colpito da guerre e terrorismo la situazione politica della Turchia diventa un punto di valore per la stabilità regionale e globale. 

Per Lia Quartapelle, deputata del Pd in Commissione Esteri e ricercatrice dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), i numeri delle elezioni legislative in Turchia sono importanti e ci dicono che Erdogan non è più il decisore assoluto della politica turca.

Un segno salutare per la democrazia.

La speranza della Turchia

“Il secondo risultato importante è che nel complesso processo di transizione che vive la regione del Nordafrica, in Turchia si vive una realtà positiva. Questi processi non sono mai lineari. La democrazia turca ha avuto momenti di tensione, durante le manifestazioni a Gezi Park e l’uccisione del giudice a mano dei terroristi. Ma ora sta dando una dimostrazione di maturità. La Turchia è un segno di speranza”, sostiene Quartapelle. Per il deputato, anche il processo di adesione della Turchia all’Unione Europa, che va avanti da molto tempo e non sempre è stato lineare e determinato, compie oggi un importante passo in avanti. Il sogno di entrare nell'Unione Europa della Turchia potrebbe essere più vicino di prima