Tante le storie che tutti i giorni arrivano dalle carceri italiane dove a causa del sovraffollamento la situazione generale resta allarmante, mentre il governo sta elaborando a rilento la riforma del sistema penitenziario e mentre in commissione Giustizia al Senato si continua a discutere ormai da tempo, ma senza trovare una convergenza tra le forze politiche, dei ddl per la concessione di amnistia o di indulto, le misure straordinarie di clemenza previste dalla Costituzione ritenute le più efficaci contro il sovraffollamento ma che cozzano con la certezza della pena.

E mentre la politica continua a prendere tempo seppur di fronte a una situazione che i sindacati penitenziari ritengono di tipo emergenziale, ecco le ultime notizie che arrivano dagli istituti penitenziari.

Situazione grave nelle carceri mentre si parla di riforma penitenziaria, indulto e amnistia

Nel carcere di Vigevano, in provincia di Pavia, un detenuto ha appiccato ieri il fuoco per protesta all'interno della sua cella. A evitare la propagazione delle fiamme il tempestivo intervento degli agenti di polizia penitenziaria, altrimenti poteva finire in tragedia. La notizia arriva dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Si tratta "un fenomeno - ha detto Donato Capece, segretario generale del Sappe - che, alimentato dall'effetto emulativo, ha ormai assunto le proporzioni dell'emergenza".

Nel carcere di Modena, sempre ieri, è invece scoppiata la rissa tra quattro detenuti extracomunitari di origine marocchina; nel frattempo, per protesta nello stesso istituto penitenziario, un detenuto si è "barricato" in cella. "L'Istituto di Modena - sostengono Giovanni Battista Durante e Francesco Campobasso, dirigenti regionali del Sappe Emilia Romagna - è diventato un vero e proprio inferno".

Anche nell'istituto penitenziario minorile Beccaria di Milano la situazione è "esplosiva" secondo quanto denunciato da Fns-Cisl. Il sindacato ha segnalato due diversi episodi: un ragazzo ha cercato di togliersi la vita un altro ha bruciato la cella. Il problema della mancata sorveglianza è "la carenza cronica - secondo il sindacato - di personale e la deficitaria organizzazione del lavoro".

E fra le tante storie che arrivano dal mondo carcerario anche quella di decine di detenuti costretti a rimanere nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per la mancanza dei braccialetti elettronici, nonostante abbiano ottenuto il beneficio dei domiciliari. Sono centinaia i casi come questi in tutta Italia, secondo quanto denunciato dalla Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere e dall'Ordine degli Avvocati.

Queste storie rappresentano solo la punta dell'iceberg di quello che avviene nelle carceri italiane mentre sono migliaia i detenuti che sperano da tempo che vengano approvate leggi di indulto o amnistia e mentre il Governo Renzi deve ancora definire la proposte di riforma del sistema penitenziario sulle quali sta lavorando il ministro della Giustizia Andrea Orlando.