Si è creato un vero e proprio giallo attorno alla vicenda che ha investito il presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta, il quale, secondo quanto riportato dal giornale "L'espresso", durante una conversazione con il suo medico, Matteo Tutino, avrebbe ascoltato quest'ultimo mentre affermava che Lucia Borsellino doveva essere fermata, allo stesso modo del padre. Parole molto pesanti, che ovviamente hanno messo in una difficile situazione Crocetta, che poche ore dopo ha scelto di auto-sospendersi dal suo incarico. Ad ogni modo, i pm di Palermo hanno smentito questa intercettazione, eseguita nel corso delle indagini a carico dello stesso Tutino, arrestato per truffa. Si preannuncia una lotta politica molto tesa tra le varie forze partitiche, in particolare da parte di quelle di opposizione che già hanno messo da tempo gli occhi sulla regione, come Salvini e M5S. Ma soprattutto all'interno del Partito Democratico, che con ogni probabilità sarà messo sotto accusa dai suoi avversari, senza che ci sia ancora chiarezza su quanto realmente accaduto. A tal fine sarà decisivo il ruolo della magistratura.

L'accusa

"L'espresso" non ha dubbi su quanto riportato, tanto da ribadire la sua notizia anche dopo la smentita dei pubblici ministeri da Palermo. Toccherà a loro fare chiarezza, ma al di là di questo bisogna rendere atto di un'azione poco comune nella politica italiana, infatti, nonostante Crocetta non fosse indagato e le parole riportate non siano state da lui pronunciate, il gesto dell'auto-sospensione è degno di merito di chi adesso dovrà pensare soltanto a salvare la sua credibilità personale e politica. Ma di questo Crocetta già ne è al corrente quando afferma: "mi hanno ammazzato". Tuttavia, come la si pensi, le accuse non sarebbero confermate dalla giustizia e pertanto si resta innocenti fino a prova contraria. Bisognerà ad ogni modo fare luce su una situazione esplosiva per una regione che già di per sé ha altri problemi strutturali.

Le reazioni

Queste parole arrivano inaspettate a quasi 23 anni dalla scomparsa di Paolo Borsellino e in particolare accostate ad una figura come quella di Crocetta che per molto tempo si è battuto contro la mafia anche quando era sindaco di Gela. Eppure, non sono mancate parole di disprezzo per quanto successo da parte delle più importanti cariche dello Stato, quali il Presidente della Repubblica Mattarella. Renzi ed il Presidente del Senato Pietro Grasso hanno espresso parole di vicinanza alla figlia di Borsellino, nonostante la mancata conferma da parte della giustizia delle dichiarazioni riportate. Il problema al momento resta questo, cioè, il rischio è che si perda la cognizione del fatto che non c'è ancora certezza per quanto riportato da "L'espresso" che, sicuramente, in quanto giornale serio e rispettabile, avrà le sue fonti e risorse per pubblicare una tale informazione, ma rimane giusto che sia la magistratura ad esprimersi al riguardo. Sperando che tale scandalo abbia il minor impatto possibile per la regione, che ha necessità di rialzarsi, ma soprattutto mettendo in evidenzia quanto la lotta alla mafia non possa prescindere dalla selezione di persone competenti, fidate ed il cui impegno non sia di mera facciata ma motivato da un'onesto sentimento di legalità.