Può tirare un sospiro di sollievo il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, che ha visto salvata la sua poltrona di governatore ottenuta lo scorso anno proprio dopo una sentenza del TAR che affossò la giunta del leghista Roberto Cota, dopo la sentenza del TAR di Torino che ha dichiarato inammissibile il ricorso sulle firme false per la presentazione del listino di Chiamparino, mentre ha accolto con riserva quello che riguarda la lista del Partito democratico della circoscrizione di Torino.

L'accoglimento del ricorso sulla lista del presidente, avrebbe comportato l'automatico scioglimento della giunta regionale piemontese.

Le motivazioni dei giudici per il NO ai ricorsi

Secondo il dispositivo emesso dai magistrati amministrativi, i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili in quanto, anche eliminando le firme ritenute false, sarebbe stato comunque raggiunto il numero minimo di elettori sottoscrittori della lista in questione, per lo stesso motivo è stato dichiarato inammissibile il ricorso contro la lista del Pd di Cuneo e la lista Monviso che sosteneva il candidato del centrosinistra.

Accolto il ricorso sulla lista del Pd di Torino

A differenza degli altri ricorsi, quello riguardante la lista della provincia di Torino del Pd è stato accolto con riserva, in quanto le firme ritenute false sarebbero tali da non consentire di raggiungere il numero minimo per la sottoscrizione; i giudici inoltre hanno imposto a Patrizia Borgarello (Lega Nord), in quanto ricorrente, il tempo limite di 60 giorni dal deposito delle motivazioni, per proporre querela per falso e dare così esito definitivo ai vizi legati alla presentazione della lista in questione.

Conseguenze

L'accoglimento definitivo di questo ricorso sulla lista provinciale torinese del Partito democratico potrebbe portare all'invalidazione dell'elezione dei 6 consiglieri del partito del premier Matteo Renzi, con il conseguente ridimensionamento dei numeri della maggioranza di centrosinistra all'interno del consiglio regionale che conserverebbe otto voti di margine per continuare a governare.