Il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, ha annunciato oggi 6 luglio le sue dimissioni perché crede che questo possa aiutare il governo e il premier Alexis Tsipras, a raggiungere un accordo con le Istituzioni europee. Poche ore dopo la vittoria del 'NO' al referendum tenutosi nel paese ellenico, la Grecia perde comunque un ministro molto amato e rispettato, con loro sommo rammarico. Varoufakis non era un interlocutore gradito in Europa per aver più volte chiamato 'criminali e terroristi' i creditori internazionali.

Le motivazioni che hanno portato a decidere le sue dimissioni, Varoufakis le propone anche attraverso un articolo pubblicato sul suo semplice ma seguitissimo sito web dal titolo "Io sono un ministro!

" Varoufakis sostiene che il referendum "rimarrà un momento unico in cui una piccola nazione europea si sollevò contro la schiavitù del debito".

Dimissioni per agevolare un accordo con i creditori

Varoufakis, dopo l'annuncio dei risultati del referendum, che ha visto il trionfo del 'NO', ha preso atto che vi era "una certa preferenza per alcuni membri del governo greco, rispetto ad altri, da parte dei partner dell'eurogruppo". Per questo motivo, secondo Varoufakis, le sue dimissioni agevoleranno nelle trattative il primo ministro Alexis Tsipras, in modo che lui possa essere considerato quale unico interlocutore con la maggiore potenzialità, mandato e titolo per contribuire al raggiungimento di un accordo con i partner europei e i creditori.

"Considero il mio compito quello di aiutare Tsipras a investire il capitale, se lo ritiene opportuno, che il popolo greco ci ha dato attraverso il referendum del 5 luglio", ha dichiarato l'ex ministro, aggiungendo che: "A sinistra sappiamo come agire collettivamente, a prescindere dai privilegi della carica. Sosterrò pienamente il primo ministro Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze e il nostro governo".

Il 'disgusto' dei creditori, secondo Varoufakis

Protagonisti o meno della Troika, in tanti si sono espressi contro l'ormai ex ministro delle finanze greco, considerandolo un principiante e poco incline all'uso dell'arte della diplomazia politica, dote assolutamente necessaria per muoversi fra i mostri della burocrazia europea.

Eppure Varoufakis dichiara apertamente che "porterà il disgusto dei creditori con orgoglio", confermando così di essere un politico 'anomalo' perché diretto e senza peli sulla lingua. Ma forse è proprio per questo che piace tanto ai greci. Varoufakis ha concluso la sua esperienza di governo lanciando un monito: "Lo sforzo sovrumano, per onorare le persone coraggiose della Grecia e la famosa OXI (NO) che unisce i democratici di tutto il mondo, è solo all'inizio".

Varoufakis ha svolto al meglio il ruolo di attore coprotagonista in quella che può essere l'interpretazione, alla sua maniera, della 'tragedia greca moderna' ancora in atto, ma che ora, dopo l'esito referendario, dona ai greci un barlume di speranza affinché non si concluda con un disastro.