Il Piemonte potrebbe tornare molto presto al voto. Il prossimo 9 luglio il Tar emetterà la sentenza relativa allo scandalo firme avvenuto nelle elezioni regionali in Piemonte dello scorso anno. La Lega Nord, infatti, seguita anche dal Movimento Cinque Stelle, si è lamentata del fatto che le liste democratiche a sostegno di Chiamparino non fossero state autenticate da chi avrebbe dovuto farlo. Quindi, sul banco degli imputati c'è proprio il presidente eletto, Sergio Chiamparino, esponente renziano del Partito Democratico, che però si dice estraneo alla vicenda e attacca le sezioni piemontesi del Partito Democratico.

In attesa della sentenza, Sergio Chiamparino si è già dimesso da Presidente della Consulta delle Regioni e si dice pronto a dimettersi anche da Presidente della Regione Piemonte, qualora il nove luglio prossimo il Tar accogliesse il ricorso. Secondo l'Huffingtonpost, Chiamparino avrebbe dichiarato: "Non credo che i nostri elettori, e nemmeno in generale tutti i piemontesi, siano d'accordo nel vedermi ripetere quanto ha fatto Roberto Cota, che ha anteposto l'attaccamento alla poltrona alla legalità e alla certezza dell'azione di governo".

Chiamparino pronto a dimettersi

Se da una parte Chiamparino si dice pronto a dimettersi, dall'altra si dice pronto a ricandidarsi se ci fossero nuove elezioni in autunno per il consiglio regionale del Piemonte.

Intanto, la Lega Nord attacca duramente Chiamparino e così anche il Movimento Cinque Stelle. Il movimento di Beppe Grillo ha scritto sul suo Blog un messaggio agli elettori piemontesi, invitando Chiamparino a dimettersi per lo scandalo delle firme non autenticate. A questo proposito ora in rete circola l'hashtag #Chiamparinodimettiti.

Questo, invece, è il commento di Beppe Grillo sulla vicenda, arrivato dal Blog: "Dopo un solo anno il Piemonte potrebbe tornare nuovamente al voto. Dopo l'interruzione anticipata della scorsa legislatura con la Giunta Cota travolta dallo scandalo delle firme false e da rimborsopoli, la Giunta di centrosinistra guidata da Chiamparino potrebbe fare la stessa fine". Grande attesa, allora, per la decisione che prenderà il Tar il 9 luglio in merito alla questione. In caso di dimissioni, i Piemontesi saranno chiamati al voto già nel prossimo autunno.