Dopo aver inferto numerosi colpi alla Legge 40 attraverso i ricorsi giurisdizionali, l'associazione Luca Coscioni torna a chiedere la rimozione di un divieto riguardante un'opportunità di ricerca scientifica praticata in molti paesi occidentali: la ricerca sugli embrioni umani non idonei alla gravidanza. Torna in primo piano, dunque, la vicenda relativa ai cosiddetti embrioni sovrannumerari che, dopo un lungo periodo di congelamento, finiscono nella spazzatura senza originare né vita né tanto meno progresso scientifico o speranza per chi soffre.

La ricerca mutilata

L'associazione Coscioni, attraverso un comunicato emesso stamattina che ha annunciato una lettera al governo, torna dunque a chiedere l'abolizione del divieto di ricerca sugli embrioni umani che, come sostengono molti scienziati, contengono cellule staminali più potenti di quelle del cordone ombelicale e potenzialmente in grado di curare malattie oggi invincibili. Prima di poter affermare ciò con sicurezza è ancora necessaria una ricerca che, nel nostro paese, è ferma da anni perché resa fuorilegge nel 2004 dalla ormai famigerata Legge 40.

Ricerca che, pur essendo vietata, viene comunque in parte svolta (ancorchè in forma mutilata) grazie all'importazione dall'estero di linee cellulari ricavate da embrioni, senza però che sia possibile fruire di talune informazioni genetiche che, come spiegato nel comunicato, sarebbero note fin dall'inizio della manipolazione conoscendo le coppie donatrici.

In particolare, sono le patologie della retina e il morbo di Parkinson quelle su cui la ricerca si sta concentrando a livello internazionale con sperimentazioni già avviate anche sull'uomo.

Una battaglia di laicità

L'impossibilità di operare direttamente sugli embrioni ma solo su linee cellulari da essi ricavate, risiede in un'ambiguità nell'interpretazione del concetto di embrione e di come e quanto questo sia manipolabile.

In Italia, come noto, l'unica manipolazione riservata agli embrioni in sovrannumero è congelamento e pattumiera anche per compiacere una Chiesa mai tenera con chi invoca l'ampliamento dei diritti individuali e la libertà di cura.

L'iniziativa dell'associazione Luca Coscioni

L'associazione Coscioni, quest'oggi, ha inviato una lettera aperta al governo (sottoscritta dalla segretaria, Filomena Gallo e dal co-presidente Michele De Luca) dove si chiede alla politica di fare la propria parte per completare il superamento di una legge già fatta a pezzi da tribunali e Consulta.

L'iniziativa dell'associazione costituente del Partito Radicale si aggancia a una petizione già firmata da oltre 2000 personalità del mondo scientifico e accademico, oltre che da numerosi cittadini sia sani che portatori di patologie.