Scuola iniqua. Via alla corruzione. Fine della scuola pubblica. All'indomani del voto, i dispregiativi nei confronti della nuova legge, si sprecano.
Sindacati e partiti di opposizione l'hanno già definita la brutta scuola, quella disegnata dalla riforma voluta dal premier Renzi e dal ministro Giannini. E dopo il voto di ieri hanno annunciato un autunno caldo, nelle aule scolastiche e nelle piazze.
A molti non è andato giù il messaggio che Matteo Renzi ha twittato subito dopo aver incassato l'approvazione del Ddl: "Centomila assunzioni, più merito, più autonomia. #labuonascuola è legge". Nemmeno ad alcuni dei suoi è piaciuto. E il Pd si è inevitabilmente spaccato. Ma è dall'opposizione che è partita la contestazione più dura.

Per M5S si crea humus per la corruzione

Di "Sistema che apre le porte alla corruzione" ha parlato il Movimento 5 Stelle, che già nei giorni scorsi aveva parlato di una iniziativa referendaria e che potrebbe incontrare nelle prossime ore il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per chiedergli di non firmare, appello peraltro lanciato anche da Ferdinando Imposimato. Luigi Gallo, esponente M5S e membro della VII Commissione della Camera (Cultura, scienza e istruzione), parla di: "Fine della scuola pubblica. Non esiste più - incalza Gallo - un sistema unitario nel paese capace di garantire a tutti gli studenti punti di partenza di base, istruzione adeguata, in grado di portarli nel mondo reale e del lavoro con le stesse competenze di base". E rivela che il movimento di Grillo, oltre che al Referendum sta lavorando a un vademecum: "Di resistenza alla pessima scuola di Renzi che andrà distribuito a studenti, genitori, docenti e dirigenti. Perché poi - aggiunge - abbiamo ancora un anno per fermare lo scempio. Anche le assunzioni di cui parla il premier sono nuove solo in parte e le altre virtuali. L'organico aggiuntivo di cui si è parlato - spiega ancora il deputato pentastellato - produce solo tanti contratti virtuali che rischiano di non essere mai erogati se i soldi non ci saranno e il miliardo che Renzi ha messo sul fondo buona scuola è molto probabile che avrà altra destinazione. Questo provvedimento partiva già con mille problematiche che non lasciava dormire sonni tranquilli non solo nel mondo della scuola, agevolando l'introduzione della corruzione per esempio. Avevamo un ottimo sistema di legge che salvaguardava la scuola dalla corruzione invece - conclude - con la totale discrezionalità, l'ingresso ai privati, più poteri ai dirigenti si crea l'humus per il sistema della corruzione".

Giordano, Sel: 'Torniamo al capo e ai sottoposti'

Non meno tenero è Giancarlo Giordano, di Sel, anch'egli deputato e impegnato nella Commissione Cultura, scienza e istruzione. "Sono ostinatamente contrario - dice subito -. Perché il ddl cosiddetto buona scuola disegna una scuola iniqua, verticistica e dal sapore lontano, del passato. Quando i presidi comandavano. Dà l'idea di una società semplificata, con il capo e i sottoposti. Siamo fortemente contrari anche per i tempi di discussione fatti registrare, per i cambi repentini della maggioranza, per l'esclusione di oltre 80mila lavoratori. Renzi scambia politica per propaganda". Anche Sinistra e Libertà prepara azioni di contrasto alla legge adesso che è stata approvata: "Abbiamo chiesto a chi nella scuola ci vive, sindacati, associazioni di docenti, altre figure, di prendere una decisione, di scegliere se la strada referendaria è giusta. Pensiamo - sostiene infine - che si potrebbe anche impugnare il testo davanti a un giudice ordinario, l'importante è che non si disperda l'energia di un movimento capace di scendere in campo per difendere la democrazia di questo paese".

Forza Italia, le tre ragioni del no

Della stessa Commissione fa parte Antonio Palmieri, il parlamentare di Forza Italia che durante il suo intervento in aula, ieri, ha preso di mira Renzi e il suo governo: "I punti positivi della riforma li avete presi da noi - ha detto Palmieri -. I punti negativi, troppi, li avete presi dalla vecchia cultura conservatrice della sinistra e dall'ipercentralismo dirigista di questo governo. Il Premier che si era messo alla lavagna è finito rovinosamente dietro la lavagna".
E se a Palmieri viene chiesto di sintetizzare in tre punti la negatività di questa riforma, risponde senza tentennamenti: "Il primo: le deleghe al governo ampie e indeterminate. È un tipico modo di procedere del governo Renzi che tende ad accentrare tutto a Palazzo Chigi; il secondo, la discriminazione tra precari. Hanno detto no alla assunzione degli abilitati Tfa solo perché sono frutto di una iniziativa della Gelmini. Il terzo, infine, è che manca un effettivo processo di valutazione degli insegnanti e sotto la pressione della piazza hanno indebolito il ruolo del preside. Noi sappiamo cosa vuol dire governare e provare a fare le riforme - chiarisce poi Palmieri -. Attendiamo i decreti attuativi del governo e lì daremo battaglia. Inoltre vedremo se le iniziative annunciate da SEL e 5Stelle produrranno qualcosa. Allora, poi, valuteremo il da farsi".


Cartelli e slogan contro la riforma ieri dai banchi della Lega. Con il deputato leghista Stefano Borghesi che esclama: "Più che una scuola buona quella di Renzi è una scuola avvelenata".