Riprenderà tra pochi giorni il dibattito sui 4 ddl su Amnistia e Indulto 2015 depositati presso la Commissione Giustizia del Senato: un iter infinito quello relativo ai due provvedimenti di clemenza generale, un percorso al quale non vogliono minimamente partecipare né il premier Renzi né il ministro della giustizia Orlando, che nei giorni scorsi hanno parlato di una diminuzione dei reati e di carceri meno affollate. Dati veritieri certo e confermati anche dall’Associazione Antigone che però non sembrano poter spiegare il continuo stato di disagio vissuto in galera dai detenuti: è in particolare il numero di suicidi che continua a salire, con l’estremo gesto compiuto da una 27enne nel giorno di ferragosto ad aver fatto salire a 29 il computo totale da inizio anno.

La tragedia, consumatasi nel carcere Don Bosco di Pisa, ha fato seguito ad un altro suicidio compiuto da un detenuto rumeno nel carcere di Alba il giorno prima, un gesto che ha riproposto all’attenzione dei più il problema delle condizioni di vita nei penitenziari italiani.

Novità Amnistia e Indulto 2015, Orlando e Renzi non pensano a misure straordinarie ma i suicidi aumentano

I ddl su Amnistia e Indulto 2015 continuano a fermentare in Commissione Giustizia perché al momento non esiste una reale intenzione di portare a termine i due provvedimenti di clemenza straordinaria, eppure qualcuno che al di fuori del Parlamento li pretende c’è ancora. Stiamo parlando dei Radicali, con il leader Pannella che a metà agosto si è esibito nell’ennesimo sciopero della fame.

Una protesta caparbia e più che mai dura che ha però costrettoil numero uno del Movimento la cui segreteria è retta da Rita Bernardini a cancellare la visita in programma gli ultimi giorni di agosto nel carcere di San Donato di Pescara. Una battaglia quella dei Radicali che al momento sembra isolata nonostante, come accennato pocanzi, continui a salire il numero di suicidi in carcere.

L’ultimo ha visto come teatro del tragico evento il carcere Don Bosco di Pisa, dove una detenuta di 27 anni ha atteso che la propria cella fosse vuota per impiccarsi con un lenzuolo. Lo stesso metodo che appena 24 ore prima era stato utilizzato dal carcerato rumeno recluso nella struttura di Alba. Situazioni impietose che dovrebbero contribuire a mantenere alta la tensione sulla riforma della giustizia e che invece, almeno a giudicare dalla latitanza a trattare certi temi esibita da Renzi and co., passano inosservati. L’auspicio è che l’iter in Commissione Giustizia si sblocchi presto: serve una svolta e serve adesso.