È trascorsa una settimana da quando, dopo gli accesi scontri in Senatosull'art.2 della riforma costituzionale, la senatrice Lo Moro della minoranza Pd, lamentava: “siamo ad un binario morto”, "non si discute né di articolo 2, né delle funzioni del Senato”.

Allo stato attuale dei lavori sul ddl riforma costituzionale sono stati fatti molti passi in avanti. È arrivata finalmente l'intesa sui banchi del Senato; è stato superato l’impasse fra la maggioranza e la minoranza del PD sulla questione dell’eleggibilità dei Senatori, dopo che lo scorso 8 agosto il Senato aveva approvato in prima lettura il disegno di legge che porta il nome del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi.

I Senatori saranno eletti direttamente dai cittadini

Infatti, proprio grazie alla presentazione di 3 emendamenti proposti dal presidente della commissione Affari Costituzionali Anna Finocchiaro, che rimodificano l’art 2 del ddl Boschi, l’iter verso l’approvazione della nuova legge costituzionale potrà andare avanti. Il primo emendamento, in sostanza, reintroduce la famosa eleggibilità diretta dei senatori da parte dei cittadini (cambiandocosì il comma 5 dell'articolo 57 della Costituzione),mentre il secondo e il terzo emendamento riguardano le funzioni della nuova Camera delle Autonomie e l’elezione dei giudici costituzionali.

È stato cosi superato il testo originario dell’art.2 che cancellava l’eleggibilità diretta dei senatori, prevedendo che gli stessi fossero scelti dai Consigli regionali e dai Consigli delle Province autonome di Trento e Bolzano.

Inoltre, non viene più lasciata alla Regione la scelta di eleggere un senatore tra i sindaci dei rispettivi territori. La partita politica che dovrebbe portare al superamento del bicameralismo perfetto sembra però, tutt’altro che conclusa. Rimangono ancora da discutere alcuni temi caldi quali: le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica, le modalità di elezione del presidente della Repubblica e dei giudici costituzionali, e il Titolo V della Costituzione.

Dal canto suo, il presidente del Senato, Pietro Grasso, continua ad auspicare un "confronto e un accordo costruttivo" come forma di rispetto verso le istituzioni e gli italiani.

L’ostruzionismo della Lega e Sel non ferma la riforma costituzionale

Intanto, forse per via della dure parole lanciate dal presidente del Senato Pietro Grasso, Calderoli fa un passo indietro sugli oltre 82.730.460 emendamenti presentati.

Lega e Sel, infatti, hanno deciso di ritirare gran parte dei loro emendamenti (la Lega ne avrebbe ritirati 10 milioni, Sel, su circa 60mila presentati, avrebbe confermato solo quelli di merito che sarebbero circa un migliaio).

Il clima, tuttavia, resta teso, anche in vista dell'appuntamento del 13 ottobre fissato per il voto finale. La maggioranza del Governo, per superare gli ostruzionismi messi in atto finora, sta pensando ad un maxi-canguro per eliminare gli ulteriori emendamenti rimasti ancora in piedi, o alla cosiddetta "tagliola".