Dal rinvio di un altro anno della riforma Pensioni al decreto svuotacarceri che ha concesso sconti di pena del 10%: il leader leghista Matteo Salvini infuriato contro il Governo Renzi, torna a ribadire il no della Lega ad ogni ipotesi di indulto o amnistia mentre continua a sollecitare la "cancellazione della legge Fornero". "Basta - ha dichiarato oggi il leader del Carroccio - con 'sti c***o di indulti che svuotano le galere".

Dalla riforma pensioni ad indulto e amnistia, Salvini contro Renzi

Chiaro il riferimento all'ultimo decreto finalizzato alla riduzione della popolazione carceraria che ha consentito la liberazione anticipata di diversi detenuti che hanno potuto beneficiare di un 10% di sconto sulla pena residua come risarcimento del fatto che erano stati in detenzione in condizioni di sovraffollamento carcerario, quindi in violazione dei diritti umani, secondo quanto stabilito dalla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti dell'uomo.

"Chi vota per far uscire di galera i delinquenti - ha aggiunto Matteo Salvini intervenendo oggi nel corso della manifestazione di protesta delle forze dell'ordine davanti alla Camera - vota contro i cittadini perbene. Noi con tutti i nostri difetti - ha sottolineato il leader leghista criticando in particolare il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Interno Angelino Alfano - abbiamo sempre votato contro dal primo all'ultimo indulto". I 4 ddl per indulto e amnistia, intanto, restano all'esame della commissione Giustizia del Senato.

Pensioni, la Lega Nord insiste per l'abrogazione della riforma Fornero

L'altro capitolo affrontato da Salvini oggi a Roma durante la manifestazione delle forze di polizia in piazza Montecitorio riguarda la manovra finanziaria e la riforma pensioni.

Secondo il segretario del Carroccio, che critica i prepensionamenti part-time a partire da 63 anni che sta per introdurre l'esecutivo nella legge di bilancio, va cancellata la riforme previdenziale del 2011 per introdurre nuovi elementi di flessibilità in uscita per la pensione anticipata. Tra le proposte più caldeggiate dalla Lega Nord quella della soluzione Quota 100, data dalla somma dell'età anagrafica e contributiva, già al vaglio della commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

I leghisti, però, sarebbero pronti anche a votare il ddl Damiano-Baretta per l'uscita anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi e il 2% di penalità sugli assegni, tanto che hanno sollecitato accelerare l'iter in commissione.