È stato sicuramente il personaggio che più ha incuriosito le cronache politiche, in questa prima fase di votazione delle riforme istituzionali. È a Roberto Cociancich che si deve l’approvazione dell’articolo 1 del ddl Boschi. Un risultato non scontato considerato l’ostruzionismo compatto delle opposizioni, che sono arrivate a presentare più di 80 milioni di proposte di modifica al testo. Ma chi è il padre dell’emendamento canguro che ha tolto le castagne dal fuoco al governo? Avvocato e una vita spesa tra il sociale e lo scoutismo. Un passato da superiore di Matteo Renzi nel movimento cattolico e una elezione al Senato nel 2013 tra le file dell’ex sindaco di Firenze.

C’è chi ha persino messo in dubbio la paternità del canguro, con la minoranza che ha denunciato lo zampino di Palazzo Chigi dietro l’emendamento. Cociancichcon tranquillità sorprendenteha rivendicato la bontà delle sue proposte emerse “già nel corso del dibattito” che ha portato alla votazione in Senato. Certo è che prima di ieri, anche i più esperti cronisti politici, avrebbero fatto fatica a riconoscerlo. Ora il capo scout - padre del canguro - si gode il suo momento di gloria ed è pronto a passare all’incasso.