Il Pd ha approvato una nuova stesura del ddl Cirinnà sulle unioni civili con l’intenzione di portare il testo in aula entro il prossimo 14 ottobre. Il nuovo testo contiene alcune modifiche per quanto riguarda la possibilità di adozioni dei figli del convivente, la cosiddetta ‘stepchild adoption’, e l’equiparazione delle unioni civili ai matrimoni, frutto di trattative con l’area cattolica del PD. Una compattazione sul tema delle unioni civili finalizzata ad incardinare la discussione entro il 14 ottobre, prima delle discussione della legge di Stabilità, ma che viene vista da Ap e Ncd come una ‘forzatura inaccettabile’.

Nuovo testo del ddl Unioni Civili dopo la trattativa con i cattolici PD: limiti alle adozioni

Nel nuovo testo del ddl Cirinnà sulle unioni civili, sparisce ogni riferimento al matrimonio, sostituito dalla definizione ‘formazioni sociali’, in aperto richiamo all’articolo 2 della Costituzione e alla recente sentenza della Corte Costituzionale.

Una modifica, nel nuovo testo, anche alla ‘stepchild adoption’, per la quale le possibilità di adozioni dei figli del partner si restringono ai figli naturali e non comprendono più, come nella precedente stesura, i figli adottivi. Invariata, invece, la norma sulla reversibilità della pensione per le coppie gay formalizzate come unioni civili. Le unioni civili, inoltre, non saranno più iscritte in un apposito ad hoc, ma nell’archivio dello stato civile.

Le proteste di Lupi e Schifani: ‘Forzatura inaccettabile’

‘Si tratta di una forzatura inaccettabile’, è stato il commento di Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area Popolare,’ con la quale si perde l’occasione di fare una buona legge’. Analoghe critiche sono pervenute anche da Paola Binetti, che contesta il riconoscimento della genitorialità omosessuale quale anticamera per il riconoscimento alla pratica dell’utero in affitto.

Obiezioni respinte in modo compatto dal PD che, per una volta, si presenta compatto ad un appuntamento parlamentare importante come l’approvazione del ddl sulle unioni civili. Un argomento sulla cui mancata regolamentazione l’Italia ha dovuto più volte subire la condanna delle corti europee.

Il percorso per fare del ddl Cirinnà una legge dello Stato, prevede ora un passaggio in Commissione Giustizia per l’approvazione degli emendamenti e poi il passaggio in Aula, a partire dal 14 ottobre, per l’approvazione definitiva e l’immediata entrata in vigore della legge sulle unioni civili.