Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando riporta al centro del dibattito politico il tema delle unioni civili tra omosessuali. Intervistato da Repubblica, il ministro del Governo Renzi ha detto la sua su un argomento che la maggioranza tiene volutamente in ombra perché, viste le diversità di vedute tra i partiti di governo, prende tempo per evitare disastri al momento delle votazioni. La riapertura del Ministro è comunque molto importante in quanto riaccende non solo il dibattito, ma riapre anche alla possibilità che una legge venga approvata in tempi brevi.

Cosa ha detto Orlando sulle unioni civili omosessuali

Il ministro Orlando ha subito precisato una cosa: l'Italia non può ancora rimandare il dibattito perché è già stata condannata dalla corte di Strasburgo per non aver garantito gli stessi diritti ai suoi cittadini. Il riferimento è alla possibilità di sposarsi, con tutti i diritti acquisiti conseguenti come eredità, possibilità di assistere il coniuge malato e, in sostanza, la possibilità di poter chiamare "famiglia" un nucleo composto da due persone dello stesso sesso. Orlando specifica inoltre che tale possibilità andrebbe data anche alle coppie di fatto (per esempio due sorelle che vanno a convivere o due inquilini che non hanno rapporti sentimentali ma solo di amicizia).

Orlando prende spunto dalla recente sentenza che condanna l'Italia a legiferare in tal senso per precisare che lui è d'accordo con le unioni civili e che se fosse per lui la legge passerebbe in fretta. Ma perché, nonostante se ne parli da anni, una legge sulle unioni civili omosessuali ancora in Italia non c'è? Il Ministro spiega che ciò è dovuto ad una parte della maggioranza di governo, capeggiata da Alfano e dal suo Ncd, ma anche da diversi esponenti dello stesso Partito Democratico, che non sono d'accordo con questa legge, discutono su ogni punto e protraggono così il dibattito a lungo.

Alcuni usano l'argomento per farsi propaganda elettorale, magari puntando sui voti degli italiani contrari a questa legge, ma tanto sanno che alla fine bisognerà legiferare per non andare incontro a sanzioni.

Cosa blocca la legge sulle unioni civili omosessuali

Probabilmente il punto chiave, che blocca l'intero iter legislativo sulle unioni civili, riguarda la possibilità di adottare un bambino da parte di una coppia omosessuale.

Molti esponenti politici contrari a questa pratica hanno detto nelle scorse settimane di essere disposti a far passare immediatamente la legge sulle unioni civili se rimanesse fuori la possibilità di adozione da parte dei gay. Ma la comunità LGBT non è d'accordo, vuole uguali diritti in tutto, anche nella possibilità di adozioni, e pertanto la proposta di legge Cirinnà che regola questo contratto civile rimane in un cassetto. Anche su questo si è espresso il Ministro della Giustizia spiegando che lui è d'accordo con le adozioni gay perché è giusto che se uno dei due partner ha un figlio da una relazione precedente, questo possa essere adottato anche dall'altro. Al momento infatti la legge prevede che, alla morte del genitore naturale, il bambino vada in comunità e non possa restare con l'altro papà (o l'altra mamma).

Una situazione davvero paradossale.

In ogni caso si sente fiducioso che prima o poi la legge passerà. In passato anche le leggi su divorzio e aborto hanno diviso la maggioranza e sono passate con voti diversi da quelli del principale partito (in questo caso M5S e Sel hanno già annunciato sostegno alla legge pro-unioni civili e pro-adozioni gay), e visto che in Italia, da questo punto di vista, c'è un vuoto normativo (cioè non c'è una legge che consenta le unioni civili, ma non c'è nemmeno una legge che le vieti), tale vuoto va colmato. Il dibattito sulla legge Cirinnà dovrebbe riprendere in Parlamento dopo l'approvazione della Legge di Stabilità.