Fuori amnistia e indulto, dentro altre misure sul pianeta giustizia e carceri. E' stato aggiornato il calendario dei lavori della commissione Giustizia del Senato della Repubblica dove son stati incardinati ormai da tempo i provvedimenti di clemenza generale per i detenuti auspicati da Papa Francesco per il Giubileo Straordinario anche se sembra sempre più difficile la loro approvazione. Intanto i quattro ddl per la concessione di indulto e amnistia sono stati "cancellati" dai lavori della commissione presieduta dal senatore Francesco Nitto Palma dove si attendevano novità.

Depenalizzazione e misure alternative ma no indulto e amnistia al Senato

Prima di procedere con l'esame dei ddl la commissione vuole completare i pareri sugli atti del Governo Renzi in scadenza, alcuni dei quali relativi anche al mondo carceri. Nel calendario dei lavori che riprendono il 24 novembre prossimo verrà espresso il parere sul riconoscimento decisioni sulle misure alternative alla detenzione carceraria - come il braccialetto elettronico e la messa in prova ai servizi sociali - e sulla depenalizzazione dei reati di lieve entità. L'unico ddl su cui riprende la discussione in sedere referente è quella che introduce nel codice penale il nuovo reato di omicidio stradale. Intanto, mentre c'è chi continua a sperare in leggi di amnistia e indulto anche se in realtà non sembra il momento propizio, continuano a registrarsi disagi e problemi legati al sovraffollamento nelle carceri, dove non mancano altri fatti di cronaca.

Le ultime notizie di oggi arrivano dal carcere di Parma.

Pestaggio detenuto nel carcere di Parma, indagati poliziotti penitenziari

Due poliziotti penitenziari, tutti e due di quarant'anni, sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Parma per il presunto pestaggio in danno di una persona detenuta nell'istituto penitenziario della città emiliana.

L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Amara, è relativa alla presunta aggressione avvenuta nel carcere di parma lo scorso aprile, quando un detenuto italiano, un ingegnere, incriminato con l'accusa di violenza sessuale, sarebbe stato colpito a sangue con pugni in faccia e al capo e calci alla schiena. Inoltre, l'uomo sarebbe stato costretto a restare in ginocchio all'interno della cella in cui si trovava richiuso per tre giorni consecutivi.

Le violenze - secondo quanto ricostruito oggi dall'Ansa - si scoprirono quando l'ingegnere fu trasferito dal carcere di Parma in quello di Piacenza, dove, durante la registrazione d'ingresso, i medici impegnati all'interno della struttura carceraria e i poliziotti penitenziari denunciarono la presenza di escoriazioni e lividi in diverse parti del corpo dell'uomo. Subito scattò il procedimento di verifica interna al carcere di Parma per gli accertamenti, dopo i primi elementi emersi e la denuncia arrivata sul tavolo del garante dei detenuti di Parma Roberto Cavalieri. Poi l'indagine della procura della Repubblica della città emiliana. Il gip del tribunale di Parma ha disposto una misura ristrettiva che, per uno dei poliziotti penitenziari indagati, prevede la sospensione dai pubblici uffici.

Per l'uomo, la Procura della Repubblica parmigiana aveva chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari, ma il giudice per le indagini preliminari ha deciso per una misura meno afflittiva. L'altro agente di polizia penitenziaria coinvolto nel pestaggio ai danni del detenuto resta al momento in servizio, ma le indagini procedono anche per accertare le sue eventuali responsabilità.