I terribili attentati di venerdì sera avvenuti a Parigi, con svariati attacchi concentrici in luoghi che erano colmi di persone, come ad esempio lo Stade de France durante il match amichevole di calcio Francia-Germania o il teatro Bataclan, in cui una folla di persone stava seguendo un concerto di un famoso gruppo rock americano, hanno lasciato il segno, sia per le tante, troppe vittime che per la rivendicazione dell'ISIS.

Ovviamente le reazioni sono arrivate da ogni parte del Mondo e dai più importanti leader, da Cameroon, ad Angela Merkel, passando da Barack Obama fino ad arrivare a Vladimir Putin, con anche ovviamente il nostro primo ministro Matteo Renzi che ha voluto esprimere vicinanza al popolo francese ed ha auspicato un coordinamento comune per non farsi intimidire da questi attacchi barbari.

Sull'argomento è intervenuto anche Papa Francesco, definendo i fatti accaduti come un tragedia ed esprimendo sincero cordoglio e parlando di "pezzi di terza guerra mondiale in atto".

Come però spesso accade, non sono mancate le voci fuori dal coro nel nostro paese, come ad esempio quella di Matteo Salvini che da Facebook e poi tramite un'intervista, ha paragonato i buonisti che non vogliono intervenire a dei complici dei terroristi, con molti che in risposta gli hanno dato dello "sciacallo".

Umberto Veronesi: "occorre uno sforzo pacificatore. L'ISIS va' ascoltato"

Ma c'è anche un altro commento controcorrente e che sta destando parecchio scalpore, ma non è di un politico (anche se ex Ministro della Sanità) bensì di Umberto Veronesi, celebre ed apprezzato oncologo italiano che all'AdnKronos Salute ha spiegato le sue idee al riguardo.

Veronesi ha usato queste parole: "Occorre da parte nostra uno sforzo pacificatore, e siamo proprio noi in quanto Occidente a doverlo fare. Sono contrario all'idea di fare guerra all'ISIS, perchè violenza chiama violenza. Più loro tagliano teste, più noi rispondiamo con i bombardamenti, bisogna fermarsi e dialogare con loro, l'ISIS va ascoltato". Queste le dichiarazioni di Veronesi all'indomani dei tragici fatti di Parigi.