Noi stiamo spingendo tutti i partiti a un ragionamento molto semplice, chiedendo di firmare tutti insieme una mozione di sfiducia. Non possiamo più perdere tempo, le indagini devono fare il loro corso e la magistratura il suo lavoro ma intanto De Luca si deve dimettere”.

Roberto Fico, parlamentare napoletano del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione di Vigilanza Rai, sta seguendo tutte le attività dei consiglieri regionali del suo movimento. Questa mattina hanno occupato l’Aula, imponendo due sospensioni dei lavori e un evidente imbarazzo a De Luca, impegnato a più riprese a consultare i suoi fedelissimi per capire come procedere.

Nomine e bugie

Abbiamo bloccato i lavori del consiglio regionale – spiega Fico -, sia per i metodi utilizzati dal presidente della Regione, al quale avevamo chiesto di riferire subito in Aula circa la vicenda giudiziaria che lo interessa, mentre solo all’ottavo punto dell’ordine del giorno troviamo il punto sulle comunicazioni del presidente della Regione. Poi anche perché si vuole far passare una legge che affida a un ente regionale la gestione dell’acqua, scavalcando sindaci e cittadini e con nomine tramite la giunta. Allora, dico, ma è possibile potersi fidare ancora? Se ci ha raccontato bugie come quella delle dimissioni del suo capo staff, perché dovremmo stare tranquilli e accettare delle nomine per gestire l’acqua pubblica?

”.

L’esponente pentastellato rimarca “una scarsa attenzione da parte del governo centrale nei confronti del Sud e della Campania e questa vicenda lo dimostra ancora una volta. Stiamo cercando di richiamare l’attenzione sulla questione dai banchi del parlamento, per chiedere interventi da ogni punto di vista. Il Pd in Campania, intanto, è allo sbando da anni, ha pensato di candidare De Luca già condannato in primo grado, quando sarebbe bastata una semplice regola che noi del Movimento 5 Stelle abbiamo imposto, per evitare oggi tutto questo, non candidare soggetti condannati né indagati”.

La richiesta di Fico e dei Movimento: “Dimissioni subito di De Luca e al voto a maggio 2016”.

Intanto in Aula il clima si fa sempre più rovente.