Anche la Leopolda cambia verso e, soprattutto, cambiano i partecipanti. La convention, ideata nel 2010 dall'allora sindaco di Firenze Matteo Renzi, serviva come grande ritrovo per discutere di tematiche d'attualità del paese: dall'economia alla scienza, dalla cultura al lavoro. I lavori della prima Leopolda si tennero con l'allora consigliere lombardo Pippo Civati, ma le strade si sono notevolmente divise e i partecipanti di questa Leopolda, la sesta, sono molto differenti da quelli che ci si poteva aspettare quando si decise di programmare questo evento annuale.

I nuovi partecipanti della Leopolda

La Leopolda non è un Congresso del Partito Democratico, ma dal momento che il suo ideatore è oggi a capo del governo, è comprensibile che ciò che emergerà da questa convention potrebbe dare nuovi spunti a Matteo Renzi e i suoi ministri.Tra i partecipanti si denota il nuovo corso del Pd: al posto del sindaco di Milano Giuliano Pisapia - uno dei leader del "vecchio" PD e oggi firmatario di una lettera d'unificazioneinsieme a Marco Doria e Massimo Zedda, rispettivamente i sindaci di Genova e Cagliari - presenzierà Giuseppe Sala, il candidato forte del Partito Democratico per le amministrative di Milano.

Tra gli altri partecipanti ci saranno Maria Elena Boschi, colpita direttamente dallo scandalo della Banca Etruria, visto il coinvolgimento del padre,e Debora Serracchiani, vicesegretario del Partito Democratico.

Sarà presente anche Flavia Pennetta, di cui Renzi è un grande estimatore, tanto da volare fino a New York per vedere la finale con la connazionale Roberta Vinci. Invitata anche l'astronauta Samantha Cristoforetti, che ha tuttavia declinato per impegni personali.

Gli assenti, tra non invitati e non interessati

A mancare sono i volti noti del PD, molti dei quali anche fuoriusciti dal partito.

È questo il caso di Pippo Civati, cofondatore della stessa Leopolda e oggi leader di Possibile, il movimento ideato come opposizione a sinistra del PD. Mancherà il governatore della Puglia Michele Emiliano, l'economista Zingales che dal governo era stato messo nel Consiglio di Amministrazione di ENI, salvo poi lasciare dopo circa un anno.

L'assenza più pesante è quella di Arturo Parisi, uno dei padri fondatori del partito.

Dario Nardella, il nuovo sindaco di Firenze e seguace del suo predecessore, ha affermato che in politica le categorie antagoniste della destra e della sinistra non esistono più e che, vista la sconfitta della sinistra populista di Tsipras e della socialdemocrazia, l'unica soluzione è quella di avere un partito centrale, che sappia riunire tante anime al suo interno, ma soprattutto guidato da un leader forte. Un Partito della Nazione, insomma, anche se a Nardella non interessano molto i nomi.