Il M5S di Beppe Grillo è a soli 3 punti percentuali dal PD di Matteo Renzi: è questa in estrema sintesi la prima grande verità che emerge dagli ultimi sondaggi politici riferiti ad oggi 16 dicembre 2015. A finire sotto la lente d’ingrandimento questa volta i dati raccolti da EMG per La7, che se da un lato confermano la risalita dei pentastellati dall’altro minano alcune delle certezze relative ad un ipotetico secondo turno. Al ballottaggio contro il PD, stando alle ultime proiezioni, vincerebbe il Movimento Cinque Stelle, ma l’insidia del listone di Centro Destra non va comunque sottovalutata dato che potrebbe essere proprio questa coalizione a superare il primo turno ai danni del partito dell’ex comico genovese.

Sulla situazione odierna pesa ovviamente anche il caso Boschi, che ha confermato una volta di più come le differenze tra un governo che si definisce di sinistra ed uno che si definiva di centro destra vadano sempre più sfumando. Per anni con Berlusconi al potere si è parlato di conflitti d’interesse - era comunque una situazione diversa per portata e proporzioni -, quella stessa espressione che continua a figurare a fianco al nome del ministro coinvolto nel caso del fallimento delle 4 banche nazionali. Leggi ad personam e posizioni (teoricamente) contrastanti tra loro, questo non è certo un paese che riesce ad andare avanti.

Intenzioni di voto e ultimi sondaggi politici oggi 16 dicembre: Grillo supera PD e Renzi? Caso Boschi aumenta la disaffezione verso il governo

Entrando più nel dettaglio, gli ultimi Sondaggi politici riferiti ad oggi 16 dicembre griffati EMG per La7 parlano di un PD fermo al 30,2%. Il M5S è lì, lontano appena 3 punti percentuali col suo 27,8% di consensi.

In caso di ballottaggio al Movimento di Grillo andrebbe il 52,4%, al PD solo il 47,6%, anche se, come accennato in apertura, non è escluso che possa essere il listone di Centro Destra a superare lo scoglio del primo turno. Al di là di calcoli e piani programmatici coi quali ogni partito dovrà comunque fare i conti data la natura stessa dell’Italicum, a far riflettere sono le condizioni che hanno condotto il PD a dilapidare ‘una fortuna’ in termini di consensi in appena 365 giorni.

Il salto dal 40% delle Europee 2014 al 30,2% di fine 2015 somiglia più ad una caduta libera che non al frutto di errori strategici, con i vari episodi di ‘extrapolitica’ nei quali è incappato il governo Renzi a non aver certo aiutato. E’ il caso della vicenda Boschi, ormai assediata ma più che mai convinta a non volersi dimettere. Al di là dei parallelismi con altri tipi di conflitti d’interesse che in Italia sembrano trovare di epoca in epoca stabile dimora a far riflettere è l’incapacità di un paese che non riesce a guardare al futuro. La classe politica nazionale appare ferma alle logiche clientelari nate 100 e passa anni fa e non sembra in grado di fare un deciso salto. Lo slancio verso il bene comune, quello vero, deve arrivare ora più che mai date le note condizioni economiche-sociali che in Italia sono il frutto delle politiche condotte dal governo Renzi miscelate a quelle imposte dall’UE. Tornando al caso Boschi è ancora presto per dire se e in che misura potrà spostare ancora gli equilibri di voto. Certo l’immagine dell’Esecutivo Renzi non ne esce rafforzata.